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Il Giullare Pellegrino - 13 febbraio 2009

Scritto da Lorenzo Cognatti e Marinella Montanari, che con il suo carisma anima sul palco l’intera pieces, riempiendo con al sua magica gestualità l’intero palco in un modo che lascia lo spettatore stupeffato,"Il Giullare pellegrino"narra e ricostruisce tappe e usanze di un pellegrinaggio medievale da Roma a Santiago De Compostela, lungo tre importanti direttrici del pellegrinaggio Europeo: via Francigena (Italia), via Podense (Francia) e Cammino di Santiago (Spagna). A raccontare la storia è stata l’attrice Marinella Montanari una "giullaressa" che, vivendo il cammino in prima persona, con furba e smaliziata comicità ha reso il pubblico partecipe di buffe, grottesche e popolari vicende del tempo. Un pellegrinaggio dell’anima che alterna quadri storici, usanze tradizionali, episodi comici, racconti spirituali, canti e grammelot, in un’emozione unica che cresce ad ogni passo fino all’incontro con il Santo Giacomo Maggiore all’arrivo nella grande Cattedrale. Il monologo"Il giullare pellegrino" arriva a teatro in un periodo di grande riscoperta dei cammini di fede, come la via Francigena in Italia. Se da oltre vent’anni in Spagna il cammino di Santiago De Compostela è diventato simbolo mondiale del turismo religioso che unisce spiritualitàe cultura, oggil’Italia sta riscoprendo la medievale Via Francigena che attraversandolo stivale per oltre 700 chilometri giunge fino alla Basilica di S. Pietro a Roma. Custode di innumerevoli storie, il Medioevo ha consegnato ai posteri numerose tradizioni tra cui quella del pellegrinaggio, cammino di penitenza verso una meta Sacra da raggiungere attraverso la fatica fisica del viaggio, attraverso i pericoli e la caducità di una esperienza che era il simbolo della vita stessa.. A viaggiare erano tutti, ricchi e poveri, laici e religiosi, per fede o per commercio. Chi non aveva un cavallo o un carro si muoveva a piedi, creando così strade stabili che collegavano l’Italia con il Nord Europa e che raccoglievano tutti i pellegrini diretti ai maggiori centri di pellegrinaggio: Roma, la Terrasanta, Santiago de Compostela. Viaggi lunghi, lenti, faticosi: i pellegrini si facevano compagnia raccontandosi storie e leggende (da qui l’ispirazione del famoso “Canterbury Tales”). Racconti spesso ispirati ai luoghi visitati e ai Santi verso cui si andava; aneddoti tra il sacro e il profano dove la spiritualità cristiana si mescolava con la fantasia popolare del tempo. Il mio è indubbiamente un giudizio più che positivo. La giullaresca mi ha emozionato nella sua semplicità, nella sua, mi si consenta il termine “genuinità” che ha saputo però trasmettere a noi, fortunati spettatori, concetti che oggi risultano ai più “desueti”. Il viaggio, la scoperta, la consapevolezza, lo stupore e finalmente l’arrivo a quella metà che anche se non agognata, come in questo caso, anche non ricercata arriva li inaspettata e ti fa capire il vero senso della vita, della tua vita. Tu che neanche ti eri mai posto la domanda, che poco ti interessava della “fede”, ma che una volta approdato da lei ti ci attacchi come un bambino alla sua mamma e ti rendi conto che mai più potrai farne a meno. Una metafora insomma dell’esistenza umana che consiglio a tutti.

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