UNA PURA FORMALITA
- Scritto da Luca Cerrone
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RECENSIONE SPETTACOLO TEATRALE “UNA PURA FORMALITA’”
Nel giorno 26 gennaio 2016 nel teatro comunale Fedele Fenaroli di Lanciano va in scena lo spettacolo teatrale “Una pura formalità” diretto dal regista e attore Glauco Mauri. Quest’opera è la trasposizione teatrale dall’omonimo film di Giuseppe Tornatore uscito nel 1994. Il cast è composto dallo stesso Glauco Mauri e da Roberto Sturno i quali vestono i panni, rispettivamente, di un commissario e di uno scrittore privo di memoria nonché presunto assassino. La trama della rappresentazione, infatti, vede uno scrittore di nome Onoff che, trovato in giro di notte per un bosco mentre fugge sotto la pioggia, alla richiesta di documenti e alla successiva risposta di non averne, viene condotto in commissariato per accertamenti. Il caso poi vuole che, in quella stessa sera, fosse stato commesso un delitto di cui non si era trovato il colpevole e, peraltro, nello stesso luogo in cui è stato trovato l’uomo in fuga: è per questi motivi che il commissario di polizia che, sebbene affermi di riconoscere in quell’uomo il suo scrittore preferito, lo sottopone ad un interrogatorio duro e incalzante, anche se nonostante ciò, il ritmo della narrazione sembra andare piuttosto lento. Ad un certo punto l’interrogatorio non rimane fine a sé stesso, ma finisce per divenire un’indagine a livello psicologico dello scrittore, una profonda ricerca all’interno del suo inconscio alla ricerca di elementi utili e funzionali al chiarimento della vicenda riguardante l’omicidio avvenuto in quella stessa sera, perché, come anticipato in precedenza, l’uomo ha perso la memoria degli eventi. Ma, ripercorrendo i propri ricordi (spesso in contraddizione) per trovare prove, l’uomo arriva ad analizzare non solo l’accertamento del suo coinvolgimento nei fatti, ma, addirittura, sé stesso, la sua personalità, la sua vita. Di grande supporto alla narrazione è la scenografia che vede una stanza del commissariato di polizia, le cui grigie pareti, le scritte sui muri, un orologio senza lancette e una fioca luce, che salta in continuazione a causa di un temporale(reso molto realistico grazie ad efficaci effetti sonori), conferiscono all’opera teatrale quella caratteristica sfumatura di mistero, di giallo, di thriller; stupefacente, inoltre, nell’ambito degli effetti speciali, la cascata di pioggia che apre la rappresentazione e la chiude allo stesso modo, quasi a ricalcare la forte presenza simbolica che assume nel narrato.
Luca Cerrone, classe IIA
Liceo Classico Vittorio Emanuele II
Lanciano