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Il balcone di Golda

di Sara Carullo

“ Il balcone di Golda ” è la rappresentazione teatrale di una grande donna, che vede come protagonista Golda Meir, interpretata da Paola Gassman, per la regia di Maria Rosaria Omaggio. È stata una donna molto forte, una politica israeliana, il quarto premier di Israele e la prima donna a guidare il governo di Israele. Nata nel 1898 morta nel 1978, è stata una politica forte e decisa, tanto che è stata paragonata quasi alla Lady di Ferro Margaret Thatcher per il suo piglio deciso, ed hanno attribuito lo pseudonimo di “miglior uomo del governo” per la sua forza d'animo e la sua compostezza che l'hanno accompagnata per tutta la sua vita. Nel balcone di Golda troviamo questa sorta di balcone metaforico in cui la protagonista si pone di fronte agli spettatori, quasi con un fare nostalgico, mentre ripercorre la sua vita: dalla nascita a Kiev ( attuale Ucraina) che faceva parte dell'impero Russo a quel tempo, da una famiglia modesta; era ebrea ed ha risentito subito del clima antisemita della comunista Russia soprattutto risentì dei “pogrom”. Il padre emigrò negli Stati Uniti, facendosi raggiungere poi dalla famiglia e andarono ad abitare nel quartiere di Milwaukee in cui Golda scoprì l'amore per lo studio e anche per il valore dello studio in quanto tale, cioè la possibilità di essere liberi, di avere un posto nella società. Si dovette sposare e il rapporto con il marito (ebreo) fu abbastanza particolare poiché lo considerava importante, insieme alla sua famiglia, ma non quanto il suo ruolo come politica israeliana, che diventerà poco dopo. Racconta della guerra dello Yom Kippur andando a svelare, a noi spettatori, quelli che sono stati gli intrecci di questa vicenda, combattutasi in maniera disuguale tra Egitto e Siria che attaccarono lo stato di Israele, uno stato sempre tormentato, uno stato senza patria,uno stato che gli ebrei rivendicano poiché, in seguito alla diaspora, sono stati allontanati da ciò che significa avere una terra, avere delle radici. Golda Meir rappresenta uno spaccato di quella che è la situazione orientale dal tempo, che noi occidentali purtroppo non conosciamo e che, grazie a questo monologo, riusciamo a comprendere questa parte di mondo che noi solitamente ignoriamo. Le vicende sono narrate come se fossero un insieme di ricordi che la prendono, la scompigliano, le fanno rivivere quei momenti, a volte dolorosi, a volte piacevoli. Vi è appunto un intreccio dosato tra le vicende politiche e i fatti storici della vita di una donna, che pur vivendo in maniera estremamente modesta, tesseva però rapporti con i grandi nel mondo e affrontava, con piglio sicuro, crisi e tensioni internazionali (corrispondeva annualmente una cifra molto modesta e andava avanti a forza di caffè e sigarette circa 60 al giorno, lavorando 18 ore al giorno, e non si vergognava di calzare scarpe ortopediche malconce:infatti in Israele, “la scarpa di Golda” è ancora utilizzata per indicare un oggetto logoro). La regia è statica ma mai noiosa, la stessa scenografia è caratterizzato da pochi elementi che, attraverso un'abile spostamento da parte dell'attrice, diventando due sedie e un tavolo, diventano le assi di legno, le gabbie dei polli del “ Kibbutz”, la scrivania, la sedia di ufficio, la poltrona di casa, diventano i famosi balconi. Questa è un occasione per guardare la storia con gli occhi della memoria, con l'ironia sofferta di una donna ebrea. L'interpretazione magistrale di Paola Gassman ha saputo mantenere lo spettatore attento e preso da quella che è stata la vita di una donna protagonista della storia israeliana, al tempo molto travagliata; la sua stessa storia personale, l'ha resa quasi abbruttita nel tempo, proprio perché si è talmente dedicata al suo dovere e allo stato di Israele da trascurare gli interessi più cari, cosa che lei mai rimpiangerà poiché sa che quella è stata la sua vita, ciò che è stato giusto per lei.

Una Paola Gassman veramente magistrale che ha saputo incarnare la grandezza spirituale della politica; perciò, un grande plauso da una studentessa che purtroppo non la conosceva e che sicuramente prenderà spunto da lei.  
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Prosa - Il gioco della coppia

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Lunedì 17 Febbraio 2014 ore 21:00

commedia liberamente ispirata a “Delirio a due”
di Eugène Ionesco
regia Sergio di Paola
con Peppe Miale, Lorena Leone, Leda Conti, Stefano Pascussi, Mauro Rea

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (mar/ven 16.30/19.30) e online

Si provocano, si rintuzzano, si insultano. Si rinfacciano l’un l’altra quello che sarebbero potuti essere se non avessero avuto la sfortuna di incontrarsi, si colpiscono nei punti dove sanno che può far più male. Ma soprattutto sono fatti esattamente per non capirsi. Impossibilitati a comunicare, incapaci persino di provare caldo o freddo nello stesso momento. Lui e lei. Chiusi in una casa qualsiasi che potrebbe essere in qualsiasi città del mondo occidentale. Mentre nel mondo di fuori c’è una guerra qualsiasi. L’ennesima. E potrebbe essere una qualsiasi coppia quella costruita da Eugène Ionesco- considerato tra i fondatori del Teatro dell’Assurdo- in «Delirio a due», da cui è liberamente tratto «Il gioco di coppia»

Note di Regia:
«Eugène Ionesco, considerato insieme a Samuel Beckett pioniere del “Teatro dell’Assurdo”, amava definire le sue opere “Teatro Astratto”. La scrittura di Ionesco, un po’ esistenzialista, un po’ surreale, irrompe sulla scena negli anni Cinquanta con la potenza di un uragano, scatenando un “delirio” di “favorevoli” e “contrari”. La sua drammaturgia è capace di intercettare gli smottamenti della società e del linguaggio, e di irridere l’ordine costituito.
Con la pièce “Delirio a due” Ionesco mette in risalto l’incomunicabilità di una coppia che raggiunge sovente il paradosso verbale, grazie alle volute e banali argomentazioni. Essi parlano, urlano, passano il tempo litigando con cattiveria e violenza su futilità di ogni genere, rinfacciandosi disillusioni e sogni traditi e non s’accorgono che in strada, come in uno spaventevole controcanto, infuria la guerra.
In questo testo, così come in altri, Ionesco più volte sottolinea la stupidità comica e avvilente degli esseri umani, vincolati alle loro annebbianti abitudini. I protagonisti sono talmente chiusi nei loro miseri egoismi, nella loro meschina autosufficienza, nel loro gretto conformismo da non riuscire a dare un senso a ciò che accade intorno a loro. I due conviventi, non curandosi della guerra scoppiata fuori dalle quattro mura domestiche, non smettono di chiedersi se la tartaruga e la lumaca siano o meno lo stesso animale. Allo stesso modo oggi, mentre fuori imperversa il caos, molti si chiedono se l’I-Phone e il Galaxy siano lo stesso cellulare».

Sergio Di Paola
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L'uomo del destino

Questo testo di Jasmine Reza che ha visto protagonisti gli attori Orso Maria Guerrini e Cristina Sebastianelli è sembrato avvolto in un velo di malinconia piuttosto spesso, cosa che forse ha contribuito a rendere lo spettacolo ancora più interessante specialmente dal punto di vista della psicologia dei personaggi. 
Fin dalle prime battute lo scrittore Paul Parsky (Guerrini) nel raccontare la sua vita, i suoi legami affettivi e anche se stesso, ha insistito spesso sul termine "amaro" riferito a tempi più felici in cui la sua scrittura non era così condizionata da tanti interrogativi e forse insicurezze. Racconta poi sempre aspramente la sua posizione di padre che non approva le scelte della figlia, considerazione che termina allo stesso modo con quella certa amarezza in bocca, la delusione.
Alla conclusione di questo primo monologo (perchè la storia si sviluppa per lo più a monologhi alterni) fa il suo ingresso in scena Martha (Sebastianelli), assidua e appassionata lettrice dei libri di Parsky. Dai suoi monologhi, in cui descrive il suo io interiore e i suoi amici, si evince l'immagine di una donna che ha sofferto ma allo stesso tempo dalla forte personalità sebbene visibilmente insicura e agitata di fronte al suo mito. Inizialmente Parsky e Martha sembrano distanti, comfinati ognuno nella propria individualità mentale e sentimentale, nonostante lei sembri sempre in parte condizionata dalla presenza dello scrittore ma improvvisamente si cambia registro e lui, accorgendosi della sua presenza, prova a parlarle. I loro pensieri si intrecciano, si scambiano alcune battute, povere dal punto di vista comunicativo ma dal significato psicologico e interiore molto forte dato che da queste scaturiscono infinite domande e "se..." generici proprio riguardo a ciò che l'altro si sta chiedendo.
Il silenzio tra i due si risolve però definitivamente con la decisione di Martha di tirare fuori dalla borsa e leggere uno dei libri di Parsky, cosa che finalmente accenderà il famoso dialogo in cui il pubblico sperava fin dalle prime battute. Dunque lo spettacolo finirà proprio dove sembrava iniziare per davvero lasciando nello spettatore, in parte, quell'amaro in bocca per quei dialoghi che sembravano mancare appunto perchè lasciavano in sospeso qualcosa.
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L'uomo del destino

Uno scompartimento di un treno, un uomo e una donna.
La scenografia è ridotta all'essenziale ma il tutto è compensato dalla confusione intellettuale dei protagonisti: lei (Cristina Sebastianelli nel ruolo di Martha) è una donna sola che dalla vita ha avuto solo lutti e perdite e che si rifugia nei libri di un noto scrittore (Orso Maria Guerrini che interpreta il signor Parsky), che incontrerà per caso su un treno, tratta Parigi-Francoforte.
Ciò che accomuna i  due personaggi è la solitudine, ribadita dallo scompartimento del treno, un non-luogo, anonimo e spersonalizzato. Questo senso di vuoto è mascherato dal signor Parsky dietro la sua fama e il suo narcisismo, spesso sprezzante, verso la sua stessa vita affettiva.
Si incontrano casualmente ma non si rivolgono la parola per un bel tratto del percorso, permettendoci così di conoscere la psicologia dei personaggi attraverso i loro monologhi. Finalmente trovano il coraggio di parlarsi: un dialogo dapprima convenevole che mano a mano diviene più profondo e introspettivo, accentuato ancor più dal fervore (o amore platonico) che Martha prova verso il signor Parsky.
La storia lascia quasi l'amaro in bocca poichè il sipario viene chiuso nel mezzo della conversazione, a tratta non ancora ultimata: potrebbero forse stare insieme, continuare a parlare oppure potrebbero perdersi di vista come se non si fossero mai conosciuti.
Interpretazione magistrale da entrambi gli attori che hanno saputo trattare una materia così complicata in una maniera così spontanea e veritiera.
 
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Prosa - Il balcone di Golda

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Mercoledì 5 Febbraio 2014 ore 21

di William Gibson
traduzione di Maria Rosaria Omaggio ed Enrico Luttmann
regia Maria Rosaria Omaggio
musiche Luis Bacalov
con Paola Gassman
Produzione Teatro Stabile d'Abruzzo, Angelaria

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (mar/sab 16.30/19.30) e online.

"Golda's balcony", ultimo lavoro teatrale di William Gibson, esce nel 2003 dalla abile penna di questo drammaturgo celebre soprattutto per "Anna dei miracoli" e "Due sull'altalena". L'autore, affascinato dalla vita della leader israeliana Golda Meir, rilavorò al monologo "Golda" scritto nel 1977 per Anne Bancroft, la magnifica interprete di Anna dei miracoli, e che non era stato accolto come sperava. La nuova stesura fu finalmente un grande successo. Questo testo vanta, a tutt'oggi, il record di maggior tenitura di un monologo a Broadway con oltre 3.000 repliche. È stato messo in scena anche in tutti i Paesi di lingua spagnola.
Il ritratto di Golda Meir è toccante, coinvolgente e, oltre a mettere in luce un periodo storico fondamentale per comprendere meglio il conflitto medio orientale, offre col sorriso le sfaccettature di una delle maggiori figure del secolo scorso dalla semplice e complessa personalità. Non è un caso che Gibson sia stato considerato in America il miglior autore maschile di animi femminili. Il balcone di Golda narra di due balconi: quello della sua casa a Tel Aviv, da cui vedeva il Mediterraneo con le navi cariche di ebrei che tornavano alla loro terra promessa e quello che si riferisce al soprannome dato ad un settore segreto all'interno della struttura di armi nucleari di Dimona nel deserto del Negev. Ennio Flaiano scriveva che "In teatro si ritrovano i simboli delle cose perdute di vista" e l'autore, William Gibson, riassume in questa frase il senso profondo del suo testo: "Cosa accade quando l'idealismo diventa potere?"
E potrei aggiungere: "Cosa accade quando protagonista dell'idealismo e del potere è una donna, influenzata anche dalle emozioni private e dall'ironia della sua formazione?"

Uno spettacolo necessario per almeno due motivi:
- I ragazzi italiani, e forse persino i quarantenni, non conoscono la Meir e quanto abbia fatto per il suo popolo. Dunque neppure sanno come sia nato Israele, pur ascoltando le costanti notizie sui conflitti in Medio Oriente!
- Essere donna non significa soltanto adoperarsi per essere un oggetto di piacere e Golda Meir è una delle figure femminili più importanti del secolo scorso.
Terzo motivo, e non meno rilevante, è che il progetto arrivi sui palcoscenici italiani con due artiste che, nonostante i tempi, non smettono di operare scelte di qualità con entusiasmo, competenza e passione.
Maria Rosaria Omaggio

Sono convinta che oggi più che mai essere un'attrice che abbia sincerità di intenti sia un ruolo oltre che di grande privilegio - tale penso davvero che lo sia - ed anche di enorme responsabilità perché le viene a volte affidato, come in questo caso a me, il compito certo non facile di restituire l'immagine integra e veritiera ma anche profonda e nascosta di una donna entrata a pieno diritto nella storia e quindi anche nell'immaginario di tutti.
Sono però altresì convinta che noi "donne" possediamo una dote istintiva che ci permette di raggiungere gli intenti affidandoci alla "memoria" dei sentimenti che da sempre ci accomunano e ci spingono a non desistere. Ed è proprio con questa speranza che cercherò di raggiungere "Golda" affacciandomi al suo duplice balcone con timore, umiltà e rispetto, ma anche passionalità, tenacia e autorevolezza sicuramente confortata in questo arduo cammino dalla penna di un autore importante come Gibson e dalla affettuosa e competente complicità di una regista-donna come Maria Rosaria.

Paola Gassman

TRAILER DELLO SPETTACOLO

 
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Laboratorio Incontriamoci a teatro

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LABORATORIO INCONTRIAMOCI A TEATRO

=> ** Click qui per iscriversi al laboratorio (scadenza 7 novembre 2023)

L’Amministrazione Comunale, nell’ambito della Stagione Teatrale 2023/2024, organizza presso il Teatro Comunale “F. Fenaroli” il Laboratorio “Incontriamoci a teatro” riservato agli studenti degli Istituti Superiori della città di Lanciano.

Il laboratorio ha lo scopo di avvicinare e sensibilizzare i giovani alla scoperta dell’arte teatrale mediante incontri di presentazione e di confronto con i protagonisti degli spettacoli di prosa programmati nel Cartellone 2023/2024.

Il calendario degli incontri previsti è il seguente:

venerdì 10 novembre 2023 21:00
MELANIA GIGLIO e SIMONE CIAMPI
con la partecipazione di Sebastian Gimelli Morosini e Francesca Mària
SONETTI D’AMORE
Viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare
Regia Melania Giglio

venerdì 1 dicembre 2023 21:00
GEPPY GLEIJESES e LORENZO GLEIJESES
con la partecipazione di ERNESTO MAHIEUX
UOMO E GALANTUOMO
di Eduardo De Filippo
Regia Armando Pugliese

martedì 23 gennaio 2024 21:00
LEO GULLOTTA E FABIO GROSSI
IN OGNI VITA LA PIOGGIA DEVE CADERE
Testo e regia di Fabio Grossi

mercoledì 21 febbraio 2024 21:00
REMO GIRONE
IL CACCIATORE DI NAZISTI
testo e regia di Giorgio Gallione

sabato 9 marzo 2024 21:00
ANTONIO MILO e ADRIANO FALIVENE
METTICI LA MANO
di Maurizio De Giovanni
Regia Alessandro D’Alatri

mercoledì 20 marzo 2024 21:00
ETTORE BASSI
TRAPPOLA PER TOPI
di Agatha Christie
Regia Giorgio Gallione

Gli studenti che desiderano partecipare al laboratorio dovranno impegnarsi a condurre almeno 4 degli incontri previsti in calendario, secondo la turnazione stabilita a inizio stagione dai docenti referenti degli istituti scolastici partecipanti, impegnandosi a documentarsi sullo spettacolo da visionare e preparandosi adeguatamente alle domande da rivolgere ai protagonisti (regista, attori, tecnici, ecc).
I partecipanti al laboratorio, a turno, avranno la possibilità di assistere allo spettacolo. Per ogni spettacolo visionato, dovranno redigere una recensione che dovrà essere pubblicata nell’apposito spazio sul sito del Teatro Fenaroli www.teatrofenaroli.it.
Gli incontri si terranno negli orari stabiliti presso il Teatro Fenaroli dove gli studenti iscritti dovranno attestare la propria presenza tramite firma su apposito registro.
Al termine del laboratorio l’Amministrazione Comunale rilascerà un attestato di partecipazione in favore degli alunni in regola con la frequenza.

Gli studenti interessati dovranno presentare la propria domanda di iscrizione utilizzando il modulo sul sito www.teatrofenaroli.it entro il 7 novembre oppure mandando email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il numero massimo dei partecipanti ammessi al laboratorio non potrà superare le n. 50 unità. Per la selezione dei partecipanti, pertanto, si terrà conto dell’ordine di arrivo delle richieste.

L’ASSESSORE ALLA CULTURA 
Avv. Danilo Ranieri 

IL SINDACO
Avv. Filippo Paolini

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Prosa - L'uomo del destino

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Giovedì 23 Gennaio 2014 ore 21

di Yasmina Reza 
traduzione Catherine Spaak 
con Orso Maria Guerrini, Cristina Sebastianelli 
messa in scena Maurizio Panici 
scene Claudia Cosenza 
musiche Maurizio Fabrizio 
una produzione TeatroPer

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (mart/sab 16.30/19.30) e online

Una commedia di successo dalla quale non ci si può separare. Intensa, coinvolgente, splendidamente scritta da Jasmina Reza, altrettanto splendidamente tradotta da Catherine Spaak, “L’uomo del destino” non conosce tregua e raccoglie sempre consensi. Da quando, fu messo in scena dalla stessa Spaak e da Orso Maria Guerrini, lo spettacolo ha visto alternarsi le interpreti femminili ma il personaggio maschile, quello dello scrittore Paul Parsky, resta saldamente nelle mani dell’affascinante Guerrini.
Due personaggi: un uomo e una donna. Lui, Paul Parsky scrittore da migliaia di copie vendute, lei, Martha, assidua lettrice dei romanzi di lui. Si incontrano nello scompartimento di un treno, tragitto Parigi- Francoforte: si incontrano ma non si parlano direttamente per un bel tratto del percorso, sono solo i pensieri detti ad alta voce a raccontarci le loro personalità. Due esseri umani che pur parlando a se stessi è come si fossero sempre inseguiti nella loro ricerca di un tempo perduto  e finalmente trovati.

Così il regista Maurizio Panici: “L’uomo del destino è soprattutto una partitura di sentimenti. La Reza sa descrivere così bene e in profondità le onde emotive dei personaggi che ci conduce con forza verso il mondo di Paul e Martha semplicemente attraverso scarti minimi, emozioni e sussulti dei protagonisti:  si desidera così conoscere la loro storia e sapere se le loro solitudini troveranno un approdo. L’azione o meglio l’apparente non agire dei personaggi ci costringe a scendere sempre più nei pensieri di ognuno creando  una forte tensione emotiva. Si esce da questo “viaggio” da Parigi a Francoforte –metafora del lungo viaggio della vita-  con un senso di disagio e insieme la voglia di cambiare che rende unica questa esperienza”.

Guerrini e la Sebastianelli, due attori di grande fascino, ci rivelano pensieri, emozioni, palpiti del cuore, brividi, tutto ciò che di segreto ed ineffabile può succedere tra un uomo e una donna che, forse, in quel treno non si sono ancora conosciuti, ma si sono riconosciuti”.

Trailer dello spettacolo 
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Prosa - Aristofane la pace

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Mercoledì 8 Gennaio 2014 ore 21

con Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano, Tommaso Massimo Rotella
 
costumi Giulia Gubernati scenografie Francesco Fassone
 
regia Oscar De Summa
Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (mar/ven 16.30/19.30) e online

Una commedia spassosa e onirica, una fiaba epica e insieme lucidamente concreta e spietata verso le consolidate logiche di potere di tutti i tempi.
In groppa a un gigantesco scarafaggio che si nutre di sterco, il contadino Trigeo vola in cielo a chiedere spiegazioni agli Dei sulla catastrofe bellica che da dieci anni sta insanguinando la Grecia.
Ma gli Dei, disgustati dal comportamento degli uomini, non vogliono più avere niente a che fare con loro. L’Olimpo è quasi deserto; sono rimasti solo Ermes, un portinaio facilmente corruttibile, e Polemos, l’iracondo Dio della guerra che si accinge a fare salsina di tutte le città guerrafondaie in un gigantesco mortaio, ma purtroppo non si trova un pestello in tutta l’Ellade...
La Pace è imprigionata dietro pesanti cancelli: l’umanità, con i suoi egoismi, la ricerca di profitto personale e velleità di potere, le ha chiuso le porte; dovranno essere gli uomini stessi a mobilitarsi per liberarla.Gli esiti supereranno quello che sembrava un delirio mistico del povero contadino, infatti egli riuscirà addirittura a sposare Opora, la Dea del raccolto, suggellando una promessa di pace tanto utopica quanto desiderabile.
E’ la fine dei mercanti di armi, dei generali vanagloriosi e dei profeti scrocconi umiliati dall’impresa del più umile degli uomini e del più disgustoso degli animali.
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Prosa - CALIGOLA

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9 dicembre 2013 ore 21

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (mart/ven 16.30/19.30 - il giorno dello spettacolo dalle 16.30)

​CALIGOLA Una compagnia teatrale, appassionata, forse in difficoltà finanziarie, non certo la "Comédie française", sta mettendo in scena questo Caligola appena scritto, mentre fuori, nella città, oltre il guscio protettivo e familiare del teatro, i nazisti hanno conquistato e invaso Parigi.

Parigi 1941: Camus ha appena terminato la stesura della seconda edizione del suo Caligola, la più bella, la più complessa, la più completa. Non è solo il Caligola politico, il tiranno in lotta con la concezione della vita e del governare dei suoi senatori, ma anche il fragile imperatore travagliato dai sentimenti, dal dolore lancinante per la morte di Drusilla, sorella e amante. Il trauma privato si riflette sulla vita politica di cui Caligola è il vertice supremo, tutto è travolto dalla follia della logica portata alle estreme conseguenze; la scoperta della morte libera l'imperatore da ogni freno e da ogni pudore, l'irrazionale irrompe e vince, trasformando ogni gesto in tirannia e sopruso. Una compagnia teatrale, appassionata, forse in difficoltà finanziarie, non certo la "Comédie française", sta mettendo in scena questo Caligola appena scritto, mentre fuori, nella città, oltre il guscio protettivo e familiare del teatro, i nazisti hanno conquistato e invaso Parigi. Dall'esterno arriva l'angoscia degli spari, del terrore seminato dalla reale follia di Hitler, mentre sulle tavole del palcoscenico, parallelamente, si snoda la molto simile follia di Caligola, Hitler ante litteram, ma filtrata dall'arte, dalla poesia, dalla grande passione "civile" di Albert Camus.
Pino Micol


versione in ligua italiana di Riccardo Reim
Regia Pino Micol
Produzione Teatro Zeta L'Aquila
 

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Stagione Teatrale 2013/2014

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La Stagione 2013/2014 del Teatro Fenaroli di Lanciano è composta da 31 spettacoli con un’ampia varietà di proposte.
 
Il cartellone di Prosa, a cura del Teatro Studio di Lanciano, è articolato in 7 spettacoli.
 
Torna il Teatro Dialettale a cura degli Amici della Ribalta, con i 9 spettacoli inclusi nel XI Festival
del Teatro Dialettale Premio città di Lanciano “Maschera d’oro”.
 
Il Teatro Ragazzi, a cura dell’Uovo Teatro Stabile di Innovazione dell’Aquila, offre 5 spettacoli per gli spettatori più piccoli.
 
3 gli appuntamenti con il Teatro della Memoria.
 
Inoltre ci sarà spazio anche per la musica e la danza: il 20° Alexian & International Friends, il Gospel natalizio, il musical “Aggiungi un posto a tavola” e 3 spettacoli di danza.

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