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Teatro Fenaroli Lanciano

Teatro Fenaroli Lanciano

ZI' Nicole

domenica 26 febbraio 2023 ore 17:00

ZI' Nicole

Amici dell'Arte - Lucera (FG)

di G. Benincaso

Commedia di stampo ’popolare’ imperniata sulle vicende di una famiglia oppressa dai debiti la quale vive in una situazione di grande disagio e pensa di risollevare le proprie sorti grazie all’arrivo di uno zio ricco da Roma. Tutto questo resta però un pio desiderio per colpa di un ’ragazzo’ che ne combina di tutti i colori, mettendo a dura prova la pazienza e la resistenza dei famigliari ma, alla fine non sono solo i soldi che fanno la felicità, per chi è abituato alla povertà i valori della dignità e della solidarietà valgono più di ogni ricchezza materiale! Il lavoro è tutto un susseguirsi di situazioni comiche ai limiti del paradosso, una serie di battute a ripetizione che riescono a tenere avvinto lo spettatore fino al calar del sipario.

Biglietti presso punti vendita del circuito ciaoticket e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

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Se tì lu curagge… mò curreme appresse

domenica 12 febbraio 2023 ore 17:00

Se tì lu curagge… mò curreme appresse

I Maruccini - Chieti

di A.Potere

“Se tì lu curagge…,mo, curreme appresse” è la storia di Cesare, vedovo da tre anni, che dopo aver fatto l’esperienza di rimanere con i figli, un mese da uno e un mese dall’altra, decide di ritornare a vivere da solo a casa sua. Sentendosi ancora arzillo, come gli piace definirsi, decide di trovarsi una compagna e così con l’aiuto di un amico scrive un annuncio ad un’agenzia matrimoniale. I figli non appena vengono a sapere delle intenzioni del padre, temendo di dividere quel poco che possiede con un’estranea, cercano di convincerlo a non farlo. Ad ostacolare la relazione tra Cesare e la sua nuova compagna Concezia, ci si mette anche la vicina di casa Olga anche lei vedova, che da qualche anno fa il filo a Cesare.

Biglietti presso punti vendita del circuito ciaoticket e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

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"7, 14, 21, 28"

domenica 29 gennaio 2023 ore 17:00

7, 14, 21, 28

di Dino Di Gennaro

Gli Ignoti - Napoli

Si tratta di una commedia comica ambientata ai giorni nostri a Napoli. La vicenda ha per protagonisti due fratelli i quali, allo scopo di fare soldi, decidono di prendersi gioco di una vedova piuttosto ‘vogliosa’, facendole credere di poter costruire una ‘macchina atomica reincarna-morti’ che sarebbe in grado di far rivivere il coniuge defunto.

Attorno ai due fratelli ruota una serie di personaggi molto divertenti: dalla sorella alla vicina di casa, ambedue zitelle ed estremamente religiose, dal parroco esorcista al creditore ‘guappo’ di uno dei due, dal letturista del gas alla giovane e disinvolta signora e al suo gelosissimo marito i quali, in un susseguirsi di esilaranti situazioni, contribuiscono a rendere tutta la vicenda estremamente divertente.

Biglietti presso punti vendita del circuito ciaoticket e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

 
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Nemici come prima

domenica 8 gennaio 2023 ore 17:00

Nemici come prima

Compagnia ARCA - Trevi (PG)

di Gianni Clementi

Durata: DUE ATTI – 80 Minuti
Regia: GRAZIANO SIRCI
Scenografie: Nadio Beddini
 

“Nemici come prima” è una commedia che, con leggerezza, vuole essere una riflessione sui rapporti familiari e su quanto spesso siano complicati.
Una famiglia si ritrova al capezzale del patriarca morente. Messi al corrente delle condizioni sempre più critiche dell’uomo, i figli (con i rispettivi coniugi a seguito) pur non vedendosi da svariati anni si ritrovano a dover attendere insieme la morte del padre.
Ma sarà proprio l’attesa di questa dipartita che permetterà di riannodare fili ormai spezzati da tempo: i fratelli avranno l’occasione di parlare e ritrovarsi, dimenticando per un po’ gli antichi dissapori. La morte quindi, finirà per riunirli. A patto che sopraggiunga con una certa celerità…
Il vecchio patriarca infatti, nonostante le condizioni critiche, sembra deciso a non voler passare a miglior vita e così, dopo l’insperato riavvicinamento, tra i fratelli cominciano a riaffiorare i motivi che hanno causato il loro distacco in tutti questi anni.
L’anticamera della sala di rianimazione non tarderà a trasformarsi in una sorta di aula di tribunale, dove i fratelli non esiteranno a scagliarsi ridicole accuse incrociate e comiche recriminazioni.
Una commedia che racconta come, anche di fronte alla morte, le piccolezze umane finiscano spesso con l’avere la meglio sul trascendente.

Biglietti presso punti vendita del circuito ciaoticket e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

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Cara Moglia

giovedì 29 dicembre 2022 ore 21:00 (serata in ricordo di Emiliano Giancristofaro)

venerdì 30 dicembre 2022 ore 21:00 (serata in ricordo di Massimo Benedetti)

Cara Moglia

Amici della ribalta - Lanciano

di Emiliano Giancristofaro e Mario Pupillo

fuori concorso - fuori abbonamento

L'emigrazione è il tema trattato da Pupillo e possiede elementi tipici, simbolici, inamovibili.

L'opera è ambientata nelle campagne abruzzesi degli anni '50 e purtroppo, potrebbe adattarsi anche a situazioni analoghe anche per oggi; la commedia opera su due versanti: un'Italia "da dove "si emigra e, di un Belgio "a dove" si emigra; il luogo di partenza di un Abruzzo ravvisabile verosimilmente come sud di un paese piccolo, agricolo, dove l'illetteratura a livello di analfabetismo di chi non può intuire destini diversi dal finire surrettiziamente prigioniero e rassegnato a scavare carbone nero  in miniera buia a mille metri sotto.

Il luogo di arrivo dove le scuole serali o private per gli emigranti sono insidie agli affetti tradizionali, ma tuttavia aiutano, attraverso lettere sgangherate e di scontato contenuto a non spezzare il filo già sfilacciato, con uno dei due capi al paese di origine, donde i familiari s'ingegnano a rispondere con simmetrica umile scritturazione.

Biglietti in vendita presso il circuito ciaotickets.com - Info: 339 8201983

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Vite Mandì sta' canne, canne mandì sta vite

domenica 11 dicembre 2022 ore 17:00

Vite Mandì sta' canne, canne mandì sta vite

Campagnia ATRIANA - Atri (TE)

di G.Verdecchia

La storia è ambientata negli anni 80, in una casa di una famiglia abruzzese molto sui generis, nella quale, la prima cosa che è stata bandita è la parola lavoro, ma più che la parola lavoro soprattutto la voglia stessa di lavorare. Il capo famiglia è Arturo, uomo di una certa età, con una grossa peculiarità, che è quella, che durante tutta la sua vita, non ha mai lavorato, neanche un giorno cercando sempre di tirare avanti arrangiandosi alle spalle di altre persone. Con lui vive la moglie Teresa, donna semplice e di poche pretese, che ha trascorso tutta la sua vita facendo la casalinga e cercando di tirare su, nel migliore modo possibile, il figlio Gigino, ragazzo non facile da gestire in quanto affetto da un piccolo ritardo mentale che non gli ha permesso, nel corso degli anni, neanche di percepire una piccola pensione d‘invalidità in quanto, tutte le volte che è stato sottoposto a visita medico collegiale, la commissione lo ha sempre valutato come persona non affetta da patologia. Nella stessa casa vivono anche Bettina, sorella di Teresa e Consuelo, sorella di Artuto, entrambe donne oramai di una certa età ed entrambe non sposate a causa soprattutto della loro fisicità non molto esaltante, (ad essere sinceri molto brutte) tanto che non sono riuscite mai a trovare un marito. Bettina e Consuelo sono entrambe disoccupate, ma mentre la prima cerca in tutti i modi di trovare un lavoro, la seconda, come il fratello, di lavorare non ne vuole sapere niente, arrangiandosi quotidianamente facendo la cresta sui soldi della spesa e con l‘aggravante di avere anche il vizio del gioco delle macchinette, sperperando quei pochi soldi che riesce a racimolare oppure quelli che si fa prestare dai vicini di casa. Vittima preferita per i prestiti è Concetta, sua vicina di casa, alla quale deve restituire tanti soldi. L‘unico sostentamento di questa famiglia è Sofia, madre di Teresa, donna benestante in quanto il marito, oramai defunto, avendo lavorato in Belgio per tantissimi anni, le ha lasciato una bella pensione. Sofia è una donna cattiva e dispettosa che fa pesare su tutta la famiglia il fatto che lei sia l‘unico sostegno per sopravvivere e per questo non è molto amata in famiglia. Però, ad un certo punto, accade qualcosa di insolito,...... Bettina, oramai rassegnata a restare zitella, incontra un certo Billy.... Billy detto il Coyote, ultrasessantenne, da una vita in cerca di lavoro ed anche lui senza riuscire a trovarlo. Anche Billy, dopo essersi fidanzato con Bettina, si accasa e decide di venire a vivere in famiglia. A questo punto abbiamo capito che tutto ruota attorno a Sofia, e grazie a lei tutti riescono a sbarcare il lunario .... ma se dovesse accadere l‘imprevedibile ?.... e se Sofia dovesse venire meno?.... come farebbero tutti i membri della famiglia ad andare avanti?.... Sarebbe un grosso problema, non sarebbe facile rinunciare e non avere più la disponibilità della pensione di Sofia...... Però, pensandoci bene, perchè ci dovrebbero rinunciare ?.....Un modo ci sarà per nascondere la scomparsa di Sofia...... Mica per forza bisogna far sapere che Sofia è morta ?..... Saranno capaci di mantenere il segreto ?...... A tutto c‘è un limite..... vedremo....

Biglietti presso punti vendita del circuito ciaotickets e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

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Riso, Patate e sushi

XIX edizione del Festival “Premio Maschera d’Oro – Città di Lanciano” - rassegna di Teatro Dialettale a cura dell’Associazione Amici della Ribalta

domenica 27 novembre 2022 ore 17:00

Riso, Patate e sushi

Amici Nostri - Castellana Grotte

di A. Coletta

Gustosissima commedia in due atti, tratta da “Bedda Maki” di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, giovani drammaturghi, risultati con la stessa vincitori del concorso annuale ideato dal Teatro Martinitt “Una commedia in cerca di autori”.

TRAMA
Prendete un giovane ragazzo pugliese, Nicola, e trapiantatelo a Milano con la sua trattoria “Il Priscio di Puglia”. Aggiungete un paio di sorelle: una non troppo sveglia, ma sicuramente buona forchetta, Anna, e un’altra tutta intenta a inseguire il sogno di diventare un’artista e poco interessata ai problemi di famiglia, Madia, mischiate per bene con una cameriera storica, un po’ mamma e un po’ moglie, Maria, e un fidanzato milanese, Piergiorgio, ben farcito di bugie. Aggiungete una bella manciata di problemi economici e un’idea geniale quanto folle, in linea con le nuove mode di cucina fusion. Sul finire, insaporite il tutto con un critico gastronomico, Yannis, a cui spetterà il compito di valutare piatti giappo-pugliesi e… la commedia è servita!

NOTE DI REGIA
“Riso, Patate e Sushi” oltre a possedere il sapore di una divertente satira sulle mode passeggere della nostra vita odierna, ha in sé anche la riscoperta della solidarietà e dell’unione familiare e il senso di appartenenza alla propria terra e alle proprie origini anche a km di distanza. Nel momento della crisi – economica certo, ma anche sentimentale – ogni personaggio potrà così scoprire lealmente le proprie carte, in una sarabanda di battute e menzogne.

Regia Adriana Coletta

Personaggi e interpreti
Nicola Stefano Campanella
Anna Rosita Giotta
Madia Marezia Cazzolla
Maria Arianna Logreco
Piergiorgio Paolo Del Drago
Yannis Gregorio Saracino

Scene Gianluca Mezzapesa 
Grafica Marezia Cazzolla

Produzione Compagnia Teatrale Amici Nostri


Abbonamento a 7 spettacoli
I settore € 85 (ridotto € 75)
II settore € 70 (ridotto € 63)

Biglietti
I settore € 13 (ridotto € 12)
II settore €11 (ridotto € 10)
Riduzioni per spettatori soci di associazioni APS teatrali, studenti medie superiori, ultrasessantacinquenni e under 13, abbonati alla stagione di prosa.
Biglietti presso punti vendita del circuito ciaotickets dal 14 novembre 2022 e presso il botteghino del teatro il sabato precedente ogni spettacolo dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e la domenica dello spettacolo dalle ore 10,00 in poi. Info e prenotazioni 339 8201983

 

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VITA, MORTE E MIRACOLI DI BONFIGLIO LIBORIO

venerdì 4 novembre 2022 ore 21.00

VITA, MORTE E MIRACOLI DI BONFIGLIO LIBORIO apre la stagione teatrale 2022-2023 del Fenaroli di Lanciano

Una lettura spettacolare del Premio Campiello 2020

biglietti saranno in vendita presso il botteghino del teatro (2, 3 e 4 novembre 16.30/19.30) e punti vendita del circuito ciaotickets (biglietto unico: € 15 con posto assegnato).

Approda al Fenaroli di Lanciano, ad apertura della stagione teatrale 2022-2023, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, lo spettacolo ideato da Paolo Rosato sul testo di Remo Rapino, vincitore del Campiello 2020. Prodotto dal FLA—festival d libri e altre cose, dall’Associazione Culturale Profumo di Scena, in collaborazione con il Conservatorio Casella dell’Aquila, è portato in scena dalla Compagnia Teatrale Ennio Flaiano® di Pescara. Sul palco Remo Rapino, nelle vesti di Liborio, Rossella Mattioli, voce recitante e attrice, Dario Flammini fisarmonica, con le musiche originali di Paolo Rosato. Drammaturgia e regia sono di Rossella Mattioli.

Sarà dunque la musica di una fisarmonica ad accompagnare Liborio in una “lettura spettacolare” con cui questo originale personaggio si presenterà al pubblico da punti di vista e focalizzazioni differenti e che assumeranno toni e colori varii: dal distaccato, esterno, della lingua italiana, all’interno, emotivamente compromettente del dialetto lancianese. L’alternarsi —di shakespeariana memoria— di divertimento e commozione, gioia e amarezza, aulico e volgare, è in un rapido susseguirsi di stati d’animo nella narrazione e, di conseguenza, anche nella drammaturgia, nel dislocarsi delle scene e nell’atteggiarsi variegato degli interpreti, secondo una regia meticolosamente calcolata. Presente nella lingua stessa, questo dualismo viene ripreso dalla musica, in cui si mescolano elementi colti, di derivazione classica, e tratti popolareggianti e canzonettistici. Un pezzo inizia in un modo e poi va a finire in un altro, un po’ come è successo a Liborio, che si chiede “come mai sta coccia mia da quasi normale s’è fatta na cocciamatte, tutta ‘na matassa sgarbugliata fuori di cervello. Che poi è come se uno cammina dritto e di botto a un bivio tutto storto come una serpe gli s’intreccia la sguardatura e cambia strada che manco se ne accorge…” Un fondo di malinconia è, comunque, sempre presente in Liborio, come testimonia tra l’altro l’ossessiva ricerca del padre, mai conosciuto, e di cui la madre gli raccontava di avere ripreso, identici, gli occhi. Ecco allora il valzer “allegro, ma anche triste”, ed un canto come “O bella ciao” dai toni fortemente evocativi e malinconici.

Alla lettura, che come detto assume toni progressivamente cangianti, dal perfetto italiano al dialetto lancianese, si alternano scene in cui prendono corpo alcuni personaggi femminili —la madre, la prostituta Nerina, la prima fidanzata Giordani Teresa— sotto forma di improvvisazioni condotte sulla falsariga del testo di Rapino e sostenute dalla musica e da movenze a volte quasi di danza.

Lo spettacolo di Liborio approda a Lanciano, patria di Rapino e Rosato, dopo i successi di critica e di pubblico fatti registrare nella scorsa edizione del FLA di Pescara (novembre 2021) e nella 40° edizione dello Spoltore Ensemble (agosto 2022). Per questo spettacolo i biglietti saranno in vendita presso il botteghino del teatro (2, 3 e 4 novembre 16.30/19.30) e punti vendita del circuito ciaotickets (biglietto unico: € 15 con posto assegnato).


Remo Rapino (Casalanguida 1951) è stato insegnante di filosofia nei licei. Vive a Lanciano. Ha pubblicato i raconti Esercizi di ribellione (Carabba 2012) e alcune raccolte di poesia, tra cui La profezia di Kavafis (Moby-Dick 2003) e Le biciclette alle case di ringhiera (Tabula Fati 2017). Il suo romanzo Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax 2019) ha vinto il primo premio al Campiello 2020. È uscito in questi giorni il nuovo romanzo Cronache dalle terre di Scacciafratta (minimum fax 2021).

Paolo Rosato (Lanciano 1959) compositore e musicologo, ha pubblicato saggi e libri di analisi musicale in Europa e negli USA. Sue musiche sono eseguite in Italia e all’estero presso importanti istituzioni musicali. Tra le cose più recenti ricordiamo le prime esecuzioni di Pertubaxion per tuba e orchestra a Loreto Marche (2018); di Colours of Water and Fire per orchestra, commissione della ISA (2019); di TA-BU, per tuba sola, Mozarteum di Salisburgo (2019); di Prima del silenzio, all’Istituto Ungherese di Parigi (2019); di XMP, per tuba sola, presso lo Spazio Pantani in occasione del 50° della nascita del campione; di A B in C, per i 250 anni di Beethoven, 57° Festival di Nuova Consonanza (2020).

Rossella Mattioli, pianista, attrice, didatta pescarese. Dal 2012 tiene i laboratori teatrali di Profumo di Scena, a Pescara, e cura le regie della Compagnia Teatrale Ennio Flaiano. Ha partecipato a fiction quali Un medico in famiglia 8, Rex 6, L’onore e il rispetto, Il bello delle donne… alcuni anni dopo. Ha lavorato con il Florian Teatro Stabile di Innovazione di Pescara ricoprendo ruoli di protagonista sotto la regia di Walter Manfrè e di Gianmarco Montesano in spettacoli rappresentati in diversi teatri italiani. Tra gli spettacoli musicali in cui è stata protagonista ricordiamo Ultimi canti per Ilio, per attrice, viola, orchestra di fiati, percussioni e coro e Il ritratto, atto unico per attrice, contralto, baritono, fisarmonica, orchestra e CD, entrambi di Paolo Rosato. Con i musicisti Marco Ciccone, Fabrizio Viti, Fabrizio de Rossi Re, Andrea Biagini e Cesare Chiacchiaretta è stata protagonista di recital in Italia, in Polonia e negli USA.

Dario Flammini (Basilea 1972) ha studiato fisarmonica bajan con Alessandro Di Zio e Max Bonnay, perfezionandosi con i migliori maestri di questo particolare strumento tra i quali J. Mornet e P. Busseuil. Vincitore di prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (tra cui ANIF di Foligno e Castelfidardo), nell’ambito della musica contemporanea ha curato prime esecuzioni di brani di Boris Porena, Sylvano Bussotti, Davide Anzaghi, Sergio Calligaris, Alessandro Sbordoni, Alessandro Solbiati, collaborando con le più importanti associazioni concertistiche di questo settore come Nuovi Spazi Musicali, Nuova Consonanza, Novurgia. Ha inciso diversi CD, come solista ed in varie formazioni. È docente di fisarmonica bajan presso il Conservatorio di Musica “A. Casella” dell’Aquila.


Le voci dei protagonisti

Remo Rapino: “L’aspetto più interessante della Lettura Spettacolare tratta dal romanzo risiede nel fatto che Bonfiglio Liborio ormai si presenta attraverso diverse modalità, quasi avesse acquisito una sua autonomia espressiva. Questo grazie all’originale intreccio di parole, voci, musica, di personaggi che si fanno storie. In più l’essermi messo in gioco non solo come autore, ma anche come voce narrante, ha rappresentato un momento di intensa emotività e di gratificazione all’interno di un largo lavoro, di scambio di idee e di esperienze. E questo, direbbe Liborio, ‘pure buono è’.”

Paolo Rosato: “Quando ho finalmente avuto tra le mani il libro di Remo, di cui conoscevo già diversi particolari attraverso la stampa ed altro, ho subito letto con avidità le note di copertina, il primo capitolo e quindi alcune pagine conclusive. Ho avuto come una illuminazione che, ancora prima di procedere alla lettura integrale, mi ha spinto ad abbozzare al pianoforte alcuni motivi ed alcuni passaggi armonici, pensando già alla fisarmonica come strumento più adatto per rendere lo spirito di Liborio. Per me è stata una cosa strana, perché normalmente non lavoro così. Avevo in mente questo personaggio e immaginavo delle musiche che sentivo adatte a lui. È chiaro che in una seconda fase ho riorganizzato ed ampliato questo materiale, d’accordo con la regista e con la drammaturgia che andavamo sviluppando, ma l’essenza della musica che volevo era già tutta lì, in una serie di abbozzi scritti in meno di un’ora.”

“La musica per Liborio ha certamente un carattere che la distingue da altri miei lavori che qualcuno definirebbe più ‘contemporanei'. In verità, se lasciamo da parte le etichette con cui cataloghiamo e giudichiamo normalmente la musica, il compositore di oggi, nell’atto di scrivere, può riorganizzare materiali sonori diversi avendo memoria dei linguaggi del passato e di altre latitudini, senza perdere la propria originalità. Certamente questa musica per Liborio è, a mio avviso, più orecchiabile di altri miei brani, ma questo è un punto di vista soggettivo e personale.”

Rossella Mattioli: “Dare profondità ad un personaggio come Liborio, senza limitarsi ad una sorta di monologo accompagnato dalla musica, era l’obiettivo principale che ci siamo posti lavorando al testo di Remo. Non un reading, né una piece teatrale, ma uno spettacolo la cui drammaturgia risultasse dalle diverse componenti messe in gioco, a dispetto del  naturale prevalere del discorso parlato. Ecco allora lo sdoppiamento di Liborio tra l’uomo — rappresentato in scena dallo stesso autore — e la sua coscienza, la sua anima, che in quanto elementi femminili possono essere ben resi da me, in quanto donna, in veste di lettrice e attrice. Ho dato poi corpo ad alcuni personaggi femminili, a partire dalla madre, sotto forma di improvvisazioni: sempre fedeli allo spirito del testo ma creando interazioni con Liborio, il fisarmonicista e la musica, anche sotto forma di semplici movenze di danza.”

 

 

 

 

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I DUE PAPI

  • Pubblicato in Prosa

sabato 11 marzo 2023 ore 21

Giorgio Colangeli Mariano Rigillo

I DUE PAPI

di Anthony McCarten
Traduzione Edoardo Erba
e con Anna Teresa Rossini, Ira Fronten, Alessandro Giova
Regia Giancarlo Nicoletti
Spettacolo vincitore del premio “Mulino Fenicio 2022” per la miglior scenografia

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (9/10/11 marzo 16.30/19.30) oppure sul circuito ciaotickets

Lo spettacolo

Dall’autore premio Oscar per Bohemian RhapsodyL’ora più buia e La teoria del tutto arriva il testo teatrale da cui è stato tratto un film di grande successo.

Dieci anni fa, Benedetto XVI sbalordiva il mondo con le sue dimissioni, le prime dopo più di sette secoli. Cosa ha spinto il più tradizionalista dei Papi alla rinuncia e a consegnare la cattedra di Pietro al radicale ed empatico cardinale argentino?

Interpretato da due grandi attori del nostro panorama, Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, “I due Papi” è stato accolto come ‘un lavoro strepitoso’ al suo debutto al Festival di Borgio Verezzi.

Il testo teatrale di Anthony McCarten – incalzante e profondo, avvincente e ironico – è stato adattato per il cinema e nominato come miglior sceneggiatura agli Oscar, e ai Golden Globe; la produzione italiana – unica al mondo autorizzata dall’autore – è firmata dal regista Giancarlo Nicoletti.

L’imponente scena di Alessandro Chiti, che riproduce dai giardini di Castel Gandolfo alla terrazza di San Pietro fino all’iconica Cappella Sistina, ha ricevuto il Premio “Mulino Fenicio” per la Migliore Scenografia.

Non fatevi ingannare dal titolo, perché “I Due Papi” non vuole tediare con nessuna soporifera dissertazione teologica. Fra documento storico, humor e dramma, lo spettacolo ripercorre non solo i giorni frenetici che portarono dalla rinuncia di Benedetto all’elezione di Francesco, ma anche le “vite parallele” di due uomini molto diversi, accomunati dallo stesso destino. E, soprattutto, ci racconta la nascita di un’amicizia – speciale e inaspettata – fra due personalità fuori dall’ordinario. Al centro di tutto, una domanda senza tempo: quando si è in crisi, bisogna seguire le regole o la propria coscienza?

Note di regia

Quando ho visto per la prima volta la pellicola di Netflix sono rimasto stupito dall’efficacia e della cifra teatrale della scrittura di Anthony McCarten. Scoprire, da lì a poco, che il film era tratto da un testo teatrale dello stesso autore (sovrapponibile quasi del tutto alla sceneggiatura cinematografica), è stata una piacevole riconferma della prima impressione. La successiva lettura del testo della commedia mi stupiva nuovamente, perché la forza dell’incontro/scontro fra i due protagonisti – sullo sfondo di una vicenda storica che resterà probabilmente un unicum dei tempi contemporanei – all’interno della dimensione teatrale acquista, a mio avviso, una forza, un’urgenza e una capacità di penetrazione ancor più grande che al cinema.

Perché il cuore di questo incontro e del dialogo fra Ratzinger e Bergoglio – che sia veramente avvenuto o meno non importa – ci riguarda tutti, in quanto uomini, trascendendo dalla dimensione religiosa o spirituale, e oltre il pruriginoso interesse che sempre suscitano le questioni vaticane.

Perché I due Papi parla, anzitutto, di due uomini e, allo stesso tempo, parla di tutti gli uomini. Parla del potere, di come a volte sia difficile se non impossibile per un solo uomo il fardello delle responsabilità, e ci pone l’interrogativo di quanto, veramente, sia giusto o meno perseverare o se non valga la pena, a volte, scendere dalla propria croce. Parla del rapporto tra l’uomo e Dio, dell’etica, delle aporie e degli interrogativi di ogni giorno della contemporaneità che corre, lasciandoci il dubbio se sia giusto sposare i tempi o ammettere l’esistenza di un che di immutabile ed eterno.

Parla dell’essere umano, di quanto possiamo essere grandi e piccoli al tempo stesso, di come il dubbio e la difficoltà del vivere siano uguali a ogni latitudine e in qualsiasi posizione sociale. Credo che in questa universalità risieda il successo e l’apprezzamento trasversale, indipendentemente dal proprio credo, della pellicola di Netflix e, pertanto, il buono di riportare l’operazione al suo luogo di nascita: il teatro.

Uno spettacolo, quindi, che vuole poggiarsi su un testo eccezionale e di grande forza, che sa scandagliare l’animo umano restando sapientemente nel campo della commedia.
Un’operazione al servizio di due grandi interpreti italiani, provenienti da percorsi diversi, eppure perfettamente adatti a una sfida del genere; un tentativo di regia contemporanea – diretta, di lavoro sugli attori, iconica ma senza sofismi – di gusto internazionale e con un occhio al pubblico, grazie anche alla traduzione del testo di Edoardo Erba e di un impianto scenico di grande impatto realizzato da Alessandro Chiti.

Per fare di questo I due papi uno spettacolo vivo, che sappia parlare a tutti e trasportarci in una dimensione altalenante e varia – in quanto a viaggio, dialettica e sensazioni – fra i massimi sistemi del cielo e la concretezza quotidiana della terra.

- Giancarlo Nicoletti

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COSI’ E’ (se vi pare)

  • Pubblicato in Prosa

venerdì 10 febbraio 2023 ore 21

MILENA VUKOTIC PINO MICOL
GIANLUCA FERRATO
in

COSI’ E’ (se vi pare)

di Luigi Pirandello
Personaggi interpreti
Signor Laudisi Pino Micol
Signora Frola Milena Vukotic
Signor Ponza Gianluca Ferrato
Consigliere Agazzi Massimo Lello
Signor Prefetto Marco Prosperini
Signora Agazzi Maria Rosaria Carli
Signora Cini Roberta Rosignoli
Signor Sirelli Antonio Sarasso
Signora Sirelli Stefania Barca
Commissario Centuri Walter Cerrotta
Signora Nenni Vicky Catalano
Dina Giulia Paoletti
Videoartist MICHELANGELO BASTIANI
Scene ROBERTO CREA Costumi CHIARA DONATO Musiche TEHO TEARDO
Light designer FRANCESCO GRIECO
Aiuto regia GIOVANNA BOZZOLO
regia GEPPY GLEIJESES

Scritta nel 1917 , quella che a nostro avviso, con i Sei personaggi, è la più bella commedia di Pirandello, presenta il vano tentativo di far luce, in una città di provincia, sull’identità della moglie del nuovo segretario di Prefettura: si tratta della figlia della Signora Frola, come questa sostiene con assoluta certezza? Oppure quella donna è morta tra le macerie di un terremoto e la moglie del segretario è tutt’altra persona (com’egli sostiene) ? Così è, se vi pare… ognuno di noi ha la sua verità !

L’idea dell’allestimento nasce da una strepitosa intuizione di Giovanni Macchia, il più rilevante critico di Pirandello: il cannocchiale rovesciato.

“Le cose più vicine, vissute, torturanti, furono viste con il binocolo rovesciato: da quella distanza che ne permettesse la meditazione assorta o l’ironia o addirittura il grottesco”.
Geppy Gleijeses ha chiesto a uno dei più importanti videoartist del mondo di creare, in un contenitore vuoto, degli ologrammi assolutamente tridimensionali, donnine e piccoli uomini alti 50 centimetri, che altro non sono che i personaggi della commedia, i quali inutilmente si affannano per scoprire una verità che non esiste.

All’ingresso della Signora Frola, quegli esserini li rivedremo in dimensioni normali. Piccoli uomini che riprendono le loro reali fattezze di fronte alla grandezza del dolore e dell’amore di una madre.

BIGLIETTI ESAURITI

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