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REGINA MADRE

Il 20 gennaio 2015 alcuni studenti, scelti dalle insegnanti di ogni liceo, hanno avuto l’onore di assistere ad una rappresentazione di grande teatro. Dapprima abbiamo intervistato due grandi attori di fama internazionale: Milena Vukotic, ricordata per le sue interpretazioni nella saga di Fantozzi e in altri grandi film d’autore (Gran Bollito, Il fascino discreto della borghesia…); Antonello Avallone, direttore del Teatro dell’Angelo di Roma e artista affermato. Subito dopo l’incontro con i due grandi maestri, abbiamo avuto l’occasione di trascorrere una stupenda serata a teatro, assistendo allo spettacolo Regina Madre . Tutto si svolge nel contesto di un ambiente domestico, sapientemente realizzato. Il cupo cinquantenne decide di  restare per tempo indeterminato a casa della mamma, per starle vicino e per combattere la sua malattia con cure mediche. In realtà lui, nel bel mezzo di una crisi matrimoniale e del fallimento della sua carriera da giornalista , ha intenzione di scrivere un articolo sull’imminente morte della madre. Ma il suo obiettivo non é facilmente reallizabile. Regina, infatti, non dà molti segni di abbattimento e di debolezza fisica. Al contrario si comporta proprio come una vera sovrana, bombardando Alfredo di richieste e di promesse, con tanto di riprovazione e di autocommiserazione. Ciò non fa che accrescere il risentimento che l’uomo prova per se stesso e angosciare il suo inconscio, affollato di moltissimi fantasmi del passato. Ed è proprio per quessto che il peso immane del passato grava sull’uomo di mezz’età. Il mito del padre/marito perfetto (ormai deceduto) viene costantemente riproposto nell’evoluzione della vicenda, facendo emergere il lato assillante e assai ripetitivo della signora, sempre più prossima al termine della sua vita. Alla fine, come per ironia della sorte, Alfredo si spegne prima della madre. A tratti inquietante è la scena in cui la donna reca in mano la torta di compleanno per il figlio privo di vita. Attraverso quest’ultima parte è concentrata l’intera essenza dello spettacolo, definito dai due attori “un dramma a toni ironici”. L’interpretazione sopraffina ha reso lo spettacolo originale, dinamico e coinvolgente. Non ci sono stati momenti di noia. Ciò è anche merito della grande colonna sonora che funge da filo conduttore della storia: ‘Viva la mamma’ di Bennato. Concludendo possiamo affermare che ill rapporto tormentato tra madre-figlio è una tematica molto attuale. La rappresentazione è riuscita a rappresentare tutte le varie dinamiche di questa relazione in modo divertente e armonico. E’ stato un vero capolavoro dell’arte teatrale.
 
Ferrante Italo, 2^BL

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