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La fiaccola sotto il moggio

La fiaccola sotto moggio è una tragedia scritta da Gabriele D’Annunzio nel 1905, andata in scena per la prima volta al teatro Manzoni di Milano il 27 marzo dello stesso anno, e ambientata in provincia dell’Aquila (Abruzzo, ambientazione dell’altra opera di D’Annunzio: La figlia di Jorio). Con questa tragedia lo scrittore vuole raccontarci la storia della famiglia Di Sangro, la quale vive in un castello ormai in decadenza, visibile dalle crepe nei muri. La famiglia, benestante, come è visibile dalla moltitudine di mobili ed oggetti presenti sulla scena, ora è in declino. La storia si svolge intorno a Gigliola, la cui madre Monica è stata assassinata dal padre Tibaldo e dalla nuova moglie, nonché ex serva, Angizia. La situazione rappresentata si svolge nel giorno prima della Pentecoste, a un anno esatto dalla morte della madre. Gigliola cerca rifugio nella fiaccola situata in un tino (appunto il moggio). La ragazza cerca in tutti i modi di smascherare la matrigna, ma finisce per suicidarsi non potendo più sopportare la situazione venutasi a creare nel castello. Sulla scena entra anche il “Serparo”, Edia Furia, padre di Angizia e figura tipica abruzzese, e in particolare della provincia dell’Aquila.

La figura di Gigliola rimanda all’Elettra di Eschilo, Sofocle e Euripide. La peculiarità dell’opera risiede nel fatto che i personaggi, anche se non recitano, sono presenti sul palco e non escono mai di scena, proprio come voleva il Vate. Questa opera è stata definita dall’autore stesso “la perfetta delle mie tragedie”, e nonostante la data in cui è stata composta, riscuote ancora un notevole successo in tutti i teatri italiani, grazie anche alla bravissima regista Serena Sinigaglia e ai professionali attori.

Masciarelli Andrea IIIC “Vittorio Emanuele II”

 

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