A che servono questi quattrini?
- Scritto da Valentina Di Nunzio
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A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI?
“A che servono questi quattrini?” è, senz’ombra di dubbio, una delle commedie più celebri ed esilaranti dei fratelli Eduardo e Peppino De Filippo.
Andò in scena per la prima volta, nel teatro Quirino di Roma, nel 1940 e, il 6 marzo 2012, viene nuovamente riproposta nel teatro Fenaroli, apprezzata calorosamente dal pubblico lancianese.
La vicenda, travolgente ed esilarante, nonostante i suoi settantadue anni, non può assolutamente essere definita antiquata, anzi, è da definire assolutamente attuale.
Il denaro è il tema centrale di questa storia: essa vede come protagonista il povero Vincenzino che, essendo un ragazzo molto ingenuo, credeva ciecamente a tutto ciò che il suo ”fidato maestro”, il marchese Eduardo Parascandolo, gli spiegava riguardo alla gestione dei beni materiali e delle finanze; egli, infatti, avendo sperperato tutti i suoi averi ed essendosi disinteressato sempre di più della sua catastrofica situazione economica, s’impoverì a poco a poco e cominciò a professare la filosofia stoica, citando, di tanto in tanto, filosofi come Diogene, Socrate e Platone. Secondo Eduardo il denaro non era importante nella vita: la cosa fondamentale non era essere un uomo ricco, piuttosto, far credere di esserlo. Seguendo questa teoria, il marchese organizzò una grande messinscena nella quale fece credere a tutti che Vincenzino, da povero falegname quale era, aveva ottenuto in eredità da un parente lontano un’ingente somma di denaro. La farsa funzionò al punto tale che Vincenzino vide realizzati i suoi due sogni più grandi: quello di fidanzarsi con la tanto amata Rachelina e quello di divenire un uomo ricco e realizzato, ottenendo il panificio De Rosa, di proprietà del fratello di Rachelina.
Questo spettacolo è il prototipo perfetto del Teatro napoletano: la trama è brillante, la scenografia (diversa tra il primo ed il secondo tempo) è spettacolare e gli attori sono impeccabili, in primis Luigi De Filippo; insomma, è uno spettacolo da non perdere assolutamente!
Valentina Di Nunzio, II A Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” Lanciano
“A che servono questi quattrini?” è, senz’ombra di dubbio, una delle commedie più celebri ed esilaranti dei fratelli Eduardo e Peppino De Filippo.
Andò in scena per la prima volta, nel teatro Quirino di Roma, nel 1940 e, il 6 marzo 2012, viene nuovamente riproposta nel teatro Fenaroli, apprezzata calorosamente dal pubblico lancianese.
La vicenda, travolgente ed esilarante, nonostante i suoi settantadue anni, non può assolutamente essere definita antiquata, anzi, è da definire assolutamente attuale.
Il denaro è il tema centrale di questa storia: essa vede come protagonista il povero Vincenzino che, essendo un ragazzo molto ingenuo, credeva ciecamente a tutto ciò che il suo ”fidato maestro”, il marchese Eduardo Parascandolo, gli spiegava riguardo alla gestione dei beni materiali e delle finanze; egli, infatti, avendo sperperato tutti i suoi averi ed essendosi disinteressato sempre di più della sua catastrofica situazione economica, s’impoverì a poco a poco e cominciò a professare la filosofia stoica, citando, di tanto in tanto, filosofi come Diogene, Socrate e Platone. Secondo Eduardo il denaro non era importante nella vita: la cosa fondamentale non era essere un uomo ricco, piuttosto, far credere di esserlo. Seguendo questa teoria, il marchese organizzò una grande messinscena nella quale fece credere a tutti che Vincenzino, da povero falegname quale era, aveva ottenuto in eredità da un parente lontano un’ingente somma di denaro. La farsa funzionò al punto tale che Vincenzino vide realizzati i suoi due sogni più grandi: quello di fidanzarsi con la tanto amata Rachelina e quello di divenire un uomo ricco e realizzato, ottenendo il panificio De Rosa, di proprietà del fratello di Rachelina.
Questo spettacolo è il prototipo perfetto del Teatro napoletano: la trama è brillante, la scenografia (diversa tra il primo ed il secondo tempo) è spettacolare e gli attori sono impeccabili, in primis Luigi De Filippo; insomma, è uno spettacolo da non perdere assolutamente!
Valentina Di Nunzio, II A Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” Lanciano
Ultima modifica ilVenerdì, 06 Aprile 2012 10:29