Il Peccato Erotico
- Scritto da Nicolas Cavacini
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Gennaro Cannavacciuolo crea uno splendido rapporto col suo pubblico, colto ma satiresco, comico ma anche intriso di sentimento ed eleganza, piantando il suo genere nel periodo compreso tra la fine degli anni 80 e la metà degli anni 90, proponendo canzoni tipiche del teatro popolare, basate sul doppio senso, l’allusione sessuale, l’ironia. Recuperando il senso dello spettacolo, dell’intrattenimento, Cannavacciuolo si immerge in una lunga discussione che porta indietro nel tempo, persuadendo i grandi così come i più giovani. Cannavacciuolo dimostra di essere un artista capace di trasmettere le emozioni come pochi sanno fare nella scenicità italiana. Fra una risata, una canzone e un divertente colloquio con il pubblico, egli propone leggerezza, ricordi, riflessioni e spunti di vita che donano un aspetto umano all’intero spettacolo, portandolo così ad essere molto più che uno spettacolo di pura “leggerezza”. Mantenendosi molto composto, con aria da gentlemen ma di uomo che conosce bene il piacere lussurioso, non si perde mai nel volgare, ma tratta argomenti carnali con tono elevato e dotto, portando il pubblico dal ghigno divertito alla risata esilarante esasperando ed evidenziando difetti, pregi e situazioni tipici dell’animo umano. Immedesimandosi lui stesso nel ruolo del sesso opposto o con gesture a volte femminili, ci presenta i problemi sociali dell’uno e dell’altro sesso, ma sempre con ironia e con una chiave di lettura mondana ed aperta ai nostri tempi, fondendo così sia tradizioni popolari sia modernità e vigore della vita del piacere. Ci dimostra inoltre la differenza epocale fra passato e presente, narrando episodi ed esponendo considerazioni riguardanti la sua generazione e come argomenti quali la nudità e il sesso erano visti con più pudicizia e quasi con un certo tabù. Giocando anche e scherzando col suo pubblico, lo fa sentire a suo agio e a casa sua nella sala teatrale disquisendo in modo molto informale e confidenziale ma mantenendo sempre un ordine e una postura contenuta e figlia della tradizione napoletana.
Nicolas Cavacini