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Teatro Fenaroli Lanciano

Teatro Fenaroli Lanciano

Teatri Randagi - Pulginella contro tutti

Giovedi 8 Aprile 2010 ore 21:00

di Ambrogio Sparagna e Stefano Angelucci Marino
con Ambrogio Sparagna, Erasmo Treglia, Valentina Ferraiolo, Rossella Gesini, Antonio Crocetta,Vittoria Oliva, Carmine Marino e Stefano Angelucci Marino
Regia Ambrogio Sparagna e Stefano Angelucci Marino
Ambrogio Sparagna/Teatro del Sangro

Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro da martedì 6 aprile (16.30/19.30)

La scusa è quella di portare i bambini a teatro, a vedere l’abruzzese Pulginella (rigorosamente con la “g” per differenziarlo dal più noto cugino napoletano!), ma in realtà i grandi si ritrovano coinvolti in un mondo sì di burattini e maschere della commedia dell'arte, che richiama fanciullesche memorie, ma che propone il classico abruzzese di tutti i tempi, di ieri come di oggi, con un’attenzione accentuata verso la casa e verso una certa tranquillità da raggiungere nella vita. Pulginella incarna l’uomo più semplice, quello più debole, quello che nella scala sociale occupa l’ultimo posto. Dotato per compensazione di una furbizia eccezionale, riesce a prendersi gioco del potere e della prepotenza pur manifestando egli stesso paura, timore e tutti quei sentimenti che non sono dell'uomo di tutti i giorni. Ciò lo porta naturalmente a mettersi contro tutti e contro tutto. Queste sue avventure, proposte in “salsa” abruzzese, entusiasmano, coinvolgono e affascinano ancor più il pubblico grazie alla bravura e maestria di Ambrogio Sparagna, ambasciatore nel mondo della musica popolare, che fa sì che l’organetto ed altri strumenti della tradizione musicale del Sud non restino accompagnatori, ma protagonisti di questo spettacolo per quei grandi che fingono ancora di essere piccini.

 

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Teatri Randagi - Silenzi

Giovedi 25 Marzo 2010 ore 21:00

di Nuccia Pugliese
con Francesco Liuzzi, Rossana Micciulli
Regia di Nuccia Pugliese
La Barraca Cosenza

Presentare questo spettacolo? Semplice. Parteciparvi significa entrare in un sogno e restarci impigliati. E’ un lavoro intelligente, una raffinata miscellanea dei linguaggi, che danno vita ad uno spettacolo sospeso, etereo e al contempo di una fisicità dirompente. Quadri pittorici tagliati, giocati, costruiti, esaltati da un uso sapiente di luci e scelte coreografiche, ancorché musicali. Così a tratti ti rapiscono i chiaroscuri caravaggeschi, le citazioni magrittiane. Lo spazio tagliato dai corpi, rotto dalle parole. Ricucito dal gesto nudo. Essenziale. Mai superfluo. Preciso. Le scarpe rosse dal tacco alto di lei e quelle nere di lui si incontrano in un tango a bordo palco. Fiori rossi, squarci di colore nel buio. Insomma uno spettacolo da vedere e non da raccontare.

 

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Teatri Randagi - Ricardo III

Giovedi, 18. Febbraio 2010, 21:00

di William Shakespeare
con Jurij Ferrini, Marco Zanutto, Alberto Torquati, Woody Neri, Sarah Biacchi, Margherita Di Rauso, Alessandra Frabetti, Cristiano Nocera, Ture Magro, Valerio Tambone, Fabrizio Careddu, Mattia Visani
Regia di Jurij Ferrini
Progetto URT Genova

Sublime maestro della persuasione, crudele per scelta e per destino, Riccardo III non è solo uno dei “cattivi” più famosi del teatro di tutti i tempi, ma è molto di più. E’ un personaggio seducente, manipolatore, non teme di autocommiserarsi per ottenere i suoi scopi, mente spudoratamente e ride di chi gli crede, disprezza persino chi lo sostiene, è abile politico e grande improvvisatore. Quella disegnata da Ferrini diventa allora, per usare le sue parole, una "agghiacciante parodia dei tempi moderni", ambientata in una scuola elementare, luogo dove si forma la coscienza collettiva e dove poi torniamo, “da grandi”, ad eleggere i potenti che ci governano. La deformità di Riccardo, origine del suo odio e della sua brama di potere, viene proposta da Ferrini come un uomo costretto in una sedia a rotelle, scelta che amplifica il già altissimo grado di difficoltà interpretativa di un ruolo come quello del duca di Gloucester.

 

 

 

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Teatri Randagi - La nuova colonia

Giovedi 21 Gennaio 2010 ore 21:00

 

di Luigi Pirandello

con Domenica R. Buda, Gaetano Tramontana, Giovanni Squillacioti (percussioni), Giuseppe Tropeano (chitarre)

Regia di Gaetano Tramontana

Spazioteatro Reggio Calabria

 

Pur se si tratta di un testo poco rappresentato, è senza dubbio un capolavoro del teatro pirandelliano per il forte profilo dei personaggi: un nucleo di diseredati, spinto con forza ai margini della società, che decide di cambiar vita e di esiliarsi da sé, per costruire una nuova società, un nuovo mondo, che si rivela come ferma volontà di redenzione, dando una seconda opportunità di liberarsi da un passato di illegalità, visto che la cosiddetta società civile non ci pensa neanche, avendoli marchiati a vita come reietti. Tutto ciò ci viene proposto attraverso i ricordi di Dorò, il personaggio più giovane, cerniera fra il mondo dei ricchi e “padroni”, a cui appartiene, e il mondo dei pescatori che lo affascina e che lo adotta per la sua purezza d’animo. Accanto a lui prende vita la figura della Spera, protagonista femminile e nucleo della storia. La musica dal vivo ed il ricorso alle maschere completano lo spettacolo, riuscendo, come per magia, a riprodurre le atmosfere, il clima, gli ambienti ed i motivi anche intimi dell’opera di Pirandello.

 

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Teatri Randagi - Juve-Napoli 1-3/La presa di Torino

Giovedi, 17 Dicembre 2009 ore 21:00

 

dal testo di Maurizio De Giovanni

con Antonio Damasco

Regia di Antonio Damasco

Teatro delle Forme Torino

 

E' il 9 novembre 1986: il Napoli vince a Torino, iniziando la corsa verso il suo primo scudetto. E' la storia di un giorno che cambiò migliaia di anime e di un esilarante viaggio andata e ritorno dove tutta la città di Napoli accompagnò la sua squadra fino a Torino per sfidare il mito della Juventus in casa sua. Si poteva perdere ma i "ragazzi" avrebbero certamente combattuto, si poteva pareggiare e sarebbe stato splendido così... La verità è che nessuno si era ancora reso conto che stavolta, con loro, c'era un uomo vero, grande, forte, un vero eroe! E non era Masaniello...

 

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Teatro Randagi - L'uomo, la bestia, la virtu'

Giovedi, 26. Novembre 2009, 21:00

Biglietti e abbonamenti in vendita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30)

di Luigi Pirandello
con Mario Mascitelli, Gabriella Carrozza, Stefano Cutaia, Mario Aroldi, Antonio Cuccaro, Stefania Maceri, Silvia Sozzi, Andrea Scaglioni, Stefano Nemorini, Francesco Marchi e la partecipazione del piccolo Lorenzo
Regia di Antonio Zanoletti
Teatro del Cerchio Parma

Il titolo riassume in se stesso proprio tre aspetti più generali, tre modelli morali come: l'uomo, che è il Professor Paolino, la bestia, che è il violento e irascibile Capitano Perella, la virtù che è la remissiva Signora Perella, moglie trascurata del Capitano e amante del Professore. La messa in scena è semplice, fedele e spontanea pur mantenendo la complessità dell’opera e dell’autore stesso, maestro dello “spessore” delle parole pronunciate, spesso con sottile ferocia, dai personaggi. Gli attori si presentano “mascherati” da un trucco vistoso e marionettistico e le luci, riportano più ad un concetto di “Futurismo” che di realizzazione teatrale. I costumi sono ricercati così come la scenografia, essenziale e precisa, che ben supporta la messa in scena. I toni sono brillanti e mai noiosi, sottili ed ironici come solo Pirandello sapeva fare.

 

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L'uomo di Tarso - 6 marzo 2009

“Jobel è il suono del corno dell’ariete, lo Shofar, che chiama a raccolta le genti per comunicare loro l’inizio di un anno di speranza, giustizia e riconciliazione”.

Jobel teatro, gruppo stabile di ricerca, produzione e formazione teatrale, presenta “L’uomo di Tarso”, per la regia di Lorenzo Cognatti.
San Paolo nasce a Tarso verso il 5-10 d.C. Ha due nomi: Paulus, quello romano e Saul, quello ebraico. Accanito persecutore dei cristiani, li insegue per eliminarli, ma durante un viaggio a Damasco, il Signore si rivela a lui, accecandolo. Anania, il capo della comunità religiosa di Damasco, lo guarisce e lo battezza. Dopo aver trascorso una vita dedita al Signore e alla predicazione cristiana, Paolo muore a Roma, condannato a morte per la sua fede.
Paolo, dunque, è un personaggio complesso ma, allo stesso tempo, ricco di fascino e di sincerità d’animo. “Interpretare Paolo è un atto d’amore” afferma, infatti, l’attore, che maestosamente lo interpreta, poiché l’arduo compito di Saul è quello di diffondere in tutto il mondo il messaggio di Colui che era considerato “stolto dai pagani e scandalo dai giudei”, Cristo.
La luce abbagliante di Damasco, la cecità, la confusione e la sofferenza rivelano all’Apostolo delle Genti il senso della sua vita e la missione della sua anima: la fede in Cristo. Egli annuncia apertamente la verità, con coraggio e devozione, affinché essa possa essere “la corazza della giustizia e lo scudo della fede”, augura al mondo intero di desiderare “il dono dell’amore che edifica”, testimonia la forza della parola, della speranza e del bene.
Durante lo spettacolo, la figura di Paolo è impreziosita da tre straordinari artisti, che interpretano a loro volta personaggi e idee, unendo la spiritualità con l’umorismo e la drammaticità. Alternanza di ritmo, stacchi di tono, cambiamenti improvvisi di luci e situazioni sottolineano i diversi modi di interpretazione della figura di Paolo, rendendolo un personaggio completo e, allo stesso tempo, emblematico. I gesti, i corpi, le musiche e le voci trascinano il pubblico in un vortice di emozioni, che scuotono la mente e il cuore.
Danza, luce e canto si fondono con la professionalità e la freschezza di quattro giovani attori, che rendono “L’uomo di Tarso” uno spettacolo entusiasmante e commovente.
Una profonda e coinvolgente riflessione sulla vita di san Paolo e la genuinità del teatro mettono in risalto un messaggio profondo e autentico di conoscenza dei valori e dell’identità del messaggio cristiano.

Giada Nicoletta De Gregorio VE liceo scientifico Lanciano
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Prosa - IL FU MATTIA PASCAL

  • Pubblicato in Prosa

Venerdì 22 Marzo 2013 ore 21

NUOVA DATA - SPETTACOLO IN SOSTITUZIONE DI "QUELLO CHE PRENDE GLI SCHIAFFI" del 4 dicembre 2012 -
versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello con Francesco Acquaroli - Renato De Rienzo - Sara Falanga Giulio Fotia - Marina Lorenzi - Adriana Ortolani - Antonio Rampino Carmen Pommella - Francesco Ruotolo - Massimo Sorrentino uno spettacolo di Tato Russo
Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30) e online


"Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:- Io mi chiamo Mattia Pascal."

Ma cosa corrisponde a un semplice nome proprio? È questa la domanda alla quale intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio attraverso i vari modi d'apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi di una vita moltiplicata forse all'infinito che ci impedisce tra convenzioni e compromessi di capire chi siamo veramente. Alla ricerca dell' ES, dell'altra parte di sé, o della propria vera identità. Morire per vivere una vita diversa. Ritrovare attraverso mille morti la propria unica ragione d'esistere. Scoprire la propria vera identità al di là delle convenzioni che ci hanno formato. Insomma viaggiare a ritroso dei sé o dei risultati di sé abbandonando la scorza delle apparenze per tentare una scoperta definitiva del proprio io. Questo il viaggio di Mattia Pascal, nell'abisso della contraddizione tra essere e apparire. La riduzione in commedia tralascia la tecnica della narrazione propria del romanzo e trasferisce ad una dimensione teatrale il racconto. Insomma liberandosi dalla pesantezza d'una proposta troppo vincolata alla struttura letteraria Tato Russo fa propria la materia del testo per riscriverla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che sarebbe stato di Pirandello nello sforzo palese e riuscito di una costruzione per il teatro, alla maniera insomma che immaginariamente avrebbe operata lo stesso autore del romanzo nel momento in cui avesse scelto di trasferirla in commedia. Il romanzo sembra così recuperato e acquisito al repertorio delle commedie del Nostro in modo definitivo.Mattia Pascal è Tato Russo nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, ma anche gli altri personaggi che concorrono alla sua vicenda si rincorrono nella storia, interpretata così dagli stessi attori in identità e personaggi diversi, quasi a scegliere di non chiarire affatto, nello spettro delle rassomiglianze, la distinzione tra i vari aspetti della realtà. Mattia e i suoi coinquilini della storia muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano Meis e rivivere poi in quella nuova di Pascal.

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Prosa - CYRANO DI BERGERAC

  • Pubblicato in Prosa

Lunedì 4 Marzo 2013 ore 21

di Edmond Rostand

Regia e adattamento di Corrado d’Elia - con Corrado d’Elia

Compagnia Teatri Possibili

Biglietti in vednita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30) e online

Sono 16 anni che rappresentiamo questo spettacolo in giro per l’Italia.

Cambiano le sale ma non il nostro entusiasmo, supportati dalla presenza formidabile del pubblico che ne ha decretato il successo trasformandolo in un ritratto generazionale e in un vero e proprio cult.

Più di 150 mila spettatori, oltre mille repliche in tutta Italia in circuiti istituzionali e indipendenti: sono i numeri dello straordinario successo dello spettacolo portato in scena dalla Compagnia Teatri Possibili, con la regia di Corrado d'Elia, che ogni anno appassiona un numero sempre crescente di pubblico e di fan.

Sarà ancora Corrado d'Elia (fresco della vincita del prestigioso Premio Internazionale Pirandello 2009) a interpretare l'indomito guascone dal lunghissimo naso e dalla irresistibile vitalità e a raccontare del suo amore non corrisposto per Rossana, invaghitasi invece di Cristiano, bello ma privo di qualsiasi spirito.

Con momenti di intensa fisicità e nella maniera asciutta, veloce, visionaria che contraddistingue le produzioni della Compagnia Teatri Possibili, si torna a raccontare la magnifica storia di Cirano, uomo eroico e virtuoso insuperabile della spada e della parola, la cui diversità e il rifiuto di farsi imprigionare dalle convenzioni sociali, dall'asservimento politico e culturale, dal conformismo ideologico e dal potere, viene pagata con la morte.

Su una scena costituita da un unico piano inclinato, meccanismo flessibile e dinamico, che si trasforma improvvisamente tra lo stupore degli spettatori, e che riesce ad evocare le diverse e numerose ambientazioni, si svolgono le vicende dell'amore impossibile di Cirano per Rossana, legata a sua volta a Cristiano, bello ma privo di spirito e dialettica.

Svestito dai merletti del romanticismo e dalle facili rime, tradotto in una prosa attuale e vicina allo spettatore, Cirano riesce ad affascinare il pubblico per la fedeltà irremovibile ai suoi sogni, il suo amore per la libertà e l’anticonformismo, che lo rendono finalmente figura umana concreta e, soprattutto, contemporanea.

Gli spettatori vengono letteralmente rapiti dalle vicende e dalle passioni evocate dagli attori, grazie a momenti di comicità, seguiti da drammi umani sconvolgenti, in grado di trasportare gli animi più sensibili anche alle lacrime.

Incredibile e appassionante, questo allestimento nasconde la chiave del suo successo in un mix vincente di emozioni, giochi di luce e musica, e una regia finalmente d'Autore.

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Prosa - ROMEO E GIULIETTA

  • Pubblicato in Prosa
13 Febbraio 2013 ore 21:00

di William Shakespeare

Traduzione di M. Palmese - Regia di Giuseppe Marini

Società per Attori

Biglietti in vednita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30) e online

Con Romeo e Giulietta, Shakespeare porta in scena la più alta e suprema indagine poetica sulla vera natura dell’Amore e, insieme, una profonda meditazione sulle insidie del linguaggio, incapace di contenere e rappresentare il Reale, (What’s in a name? fa pronunciare alla sua giovane protagonista) quindi, in ultima analisi, sulla propria Arte.

Un amore che muore della propria irriducibilità, del proprio “troppo”. Un amore “nato sotto cattiva stella” che, al suo primo apparire, incontra e copula con l’ombra della morte, perché soltanto la morte e la tragedia (per due adolescenti che adeguano il loro sentimento a un codice iperletterario - il Libro - in cui rovinosamente inciampano) attendono e ispirano una passione talmente pura e assoluta da non sospettare neppure la possibilità del calcolo, del compromesso, della convenienza.

La morte, dunque, è presente e operosa in questa prima vera tragedia di Shakespeare e rivela sin da subito qual è l’oggetto preferito del suo assalto: i giovani, fiori prematuramente recisi nel loro desiderio erotico più intenso, nel pieno del loro tumulto ormonale, nel più dilagante trionfo di vita, di passione, di sensi.

Nella “bella” Verona del Prologo, una città-tomba dilaniata da risse, duelli, da un odio violento, di cui non si conoscono neanche più le ragioni d’origine, ma che ferve di vita, di movimento, di banchetti, di feste, di balli, di maschere… di Teatro, non c’è spazio per i giovani e per l’Amore.

Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme, ma soltanto in una cripta, in una sorta di macabro legame eterno, raggelato e “premiato” dalle insulse statue d’oro che la dabbenaggine mercificante del Potere e degli Adulti erigerà a loro ricordo.

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