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MISERIA E NOBILTÀ

MISERIA E NOBILTÀ
“Miseria e Nobiltà” è una vecchia signora commedia, che porta sulle spalle 125 prodigiosi anni di vita dal 1888 a oggi e che porta con sé una realtà mai davvero vecchia e mai del tutto nuova, che probabilmente fa ridere oggi ancora più di allora. Il famoso testo di Eduardo Scarpetta è un classico immortale che vanta numerosissimi remake, primo fra tutti il celebre film di Mario Mattioli con le storiche interpretazioni di Totò e Sophia Loren. Geppy Gleijeses adatta la commedia ad un palcoscenico odierno in modo un po’ diverso ma senza distaccarsi troppo dalla tradizione, sarà per questo che un testo così datato funziona ancora tanto bene, ricco di innovazione e intriso di tradizione. Il primo atto trascina il pubblico in una situazione di pura miseria; la scena è essenziale e priva di ogni cosa, gli abiti di stracci, i volti magri, i sorrisi amari; l’atmosfera è tesa, piena di rancori inespressi, accuse a mezza voce, rimorsi, rimpianti e rassegnazione; il tempo è fermo e sembra non passare mai. L’ ironia dei personaggi, le voci e le battute perfettamente incastrate, le interpretazioni immensamente arricchite dalla grande povertà dominano sulla situazione spaventosamente realistica. Il secondo atto è quello della finzione, della nobiltà fasulla e della ricchezza apparente; la scenografia è di carta, i vestiti presi in prestito, il benessere, l’allegria e persino i sentimenti simulati; questa è la metafora di una nobiltà che non ha più il suo significato. Intanto equivoci e colpi di scena fanno capolino in un secondo atto tutto da ridere. Una commedia come questa conquista il più vario e disparato pubblico, ma soprattutto ha il privilegio non solo di far ridere, ma anche di invitare lo spettatore a riflettere. Il mondo napoletano farcisce il tutto, pur senza indugiare in un linguaggio dialettale chiuso ed estremo; per questo la simpatica cadenza meridionale colora la scena e la cala nel più pittoresco e crudo realismo, rivelando la storia di un paese come Napoli che la fame l’ha conosciuta sul serio. Da non trascurare la spettacolare interpretazione di Lello Arena (Pasquale) e di tutti i personaggi tra cui il piccolo e misurato interprete nella parte di Peppiniello, ruolo di esordio di tutti i più grandi attori della storia napoletana.
Stefania Blasioli Liceo Classico II A

Ultima modifica ilMercoledì, 10 Aprile 2013 13:26
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