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Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa

Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa è una brillante commedia che grazie a colpi di scena esilaranti ed attori del tutto convincenti, ha molto da insegnare a diversi titoli della cinematografia italiana, i quali continuando a puntare su una comicità bassa e volgare, risultano ormai caricati di uno stile stantio e superato. Innanzitutto il merito va all’idea di Ray Cooney, originalissimo e trascinante, che riesce a catturare il pubblico dall’inizio alla fine, in un crescendo di risate e partecipazione. L’inizio a sorpresa, con la scoperta del cadavere, porta allo sviluppo di diverse storyline che si intrecciano tra loro, in un miscuglio di situazioni al limite del paradossale. Ma che, al tempo stesso, non paiono mai esagerate. Da sottolineare come il commediografo inglese puntualizzi all’interno dello script momenti di uscita e di entrata dei vari personaggi con estrema precisione, non lasciando nulla al caso, come gli attori hanno fatto notare durante l’incontro tenutosi nel pomeriggio prima della rappresentazione. Attori che, sicuramente, sono l’elemento che riesce a dare quel tocco in più per completare una sceneggiatura già fantastica e rendere il tutto un piacere per lo spettatore. Il famoso e nazionalpopolare Antonio Catania (volto di Diego Lopez nella serie TV rivelazione Boris) veste i panni dell’Onorevole De Mitri, Ministro di Governo, intento a trascorrere una notte con la sua amante (Miriam Mesturino), ufficio stampa dell’opposizione. Dopo aver scoperto un cadavere nella stanza d’albergo, sarà il portaborse del Ministro, Mario Girini (Gianluca Ramazzotti), sicuramente il personaggio che dona il maggior numero di risate, a districarsi tra i mille equivoci causati da una serie infinita di bugie e tra lo staff impiccione dell’albergo, composto dal direttore interpretato da Nini Salerno e da uno straordinario Raffaele Pisu nei panni del cameriere. Senza una recitazione fresca e convincente come la loro, la pièce non sarebbe sicuramente risultata tanto travolgente e, soprattutto, divertente. Le risate, infatti, sono tante, mai di pancia, ma sempre di testa e di fantasia. C’è spazio anche per un po’ di critica sociale; d’altronde la trama lo permette. Le figure dell’onorevole e della segretaria dell’opposizione sono caricature perfette di quei politici attuali che tanto ci fanno divertire, anche involontariamente e inconsapevolmente. L’unica critica che mi sento di muovere allo spettacolo è forse riguardo la lunghezza, che ho trovato leggermente eccessiva. Sebbene la ripetizione di certe situazioni e l’insistenza su certi movimenti costituiscano la forza della rappresentazione, allo stesso tempo l’eccesso di queste, porta l’ultima parte a risultare piuttosto noiosa.

Tommaso Carinci

 

 

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