Retrogusto 2015
- Pubblicato in Notizie
- Letto 52427 volte
- dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font
- Stampa
Anche quest’anno il programma di Retrogusto offre una panoramica articolata di come la produzione cinematografica nelle sue varie forme (dal mainstream al documentario e alla commedia, italiana e francese in particolare) aff¬ronti quella crescente complessità di aspetti legati all’alimentazione e alla gastronomia, su cui Slow Food riflette da sempre. Si inizia, a proposito di commedia francese, con Emotivi anonimi, dove il cioccolato aiuterà due personalità solipsistiche a uscire dai rispettivi blocchi emotivi e a trovarsi unite anche grazie alla comune passione dolciaria. A ribadire il connubio ben collaudato tra francesi e cene, anche al cinema, ecco poi Cena tra amici, tratto da una fortunata opera teatrale, macchina assai efficace a smascherare e mettere alla berlina pregiudizi e ipocrisie di una società rinserrata nei suoi rituali. E’ ambientato a Cochabamba in Bolivia, Even the rain (Tambien la lluvia) che a¬ffronta il tema quanto mai attuale della privatizzazione dell’acqua attraverso la vicenda di una troupe cinematografica che sta girando un film sulla colonizzazione degli indigeni da parte di Colombo ma si trova impreparata ad aff¬rontare la rivolta popolare esplosa dopo che il governo ha venduto a una multinazionale i diritti per l’acqua. C’è poi il film di Jonathan Nossiter, già autore di Mondovino, stavolta con Resistenza naturale: quattro persone, più che personaggi, quattro vignaioli accomunati dalla scelta di produrre secondo metodi naturali e riportare a una dimensione artigianale il lavoro vitivinicolo - e agricolo in generale -, contro i diktat del sistema industriale e consumistico. Si può parlare di cinema identitario a proposito di Lemon Tree, storia della vedova palestinese Salma alla quale, per ragioni di sicurezza (il ministro della Difesa è il suo nuovo vicino di casa), viene intimato di abbattere il giardino di limoni. Limoni che sono oggetto di cure quotidiane, l’unica fonte di sostentamento e di profondo legame con il luogo. In Cuoco contadino, Luca Guadagnino segue il ben noto cuoco ligure Paolo Masieri durante l’arco della giornata, dall’orto della casa in campagna al ristorante, e restituisce il senso profondo del suo lavoro e del suo rapporto con la natura e con la materialità della trasformazione, grazie a sequenze con pochissimi tagli di montaggio che assecondano la lentezza delle pratiche e le pause reali. Ancora un film legato al mondo del vino, Barolo boys, nel quale Tiziano Gaia ripercorre la svolta radicale con cui la generazione di vignaioli di Langa degli Altare, dei Rivetti , dei Sandrone, ha cambiato la storia e la fortuna del grande rosso piemontese nella seconda metà degli anni Ottanta. Infine, uno dei film più riusciti anche se forse meno noti di Paolo Virzì, Baci e abbracci, in cui il proprietario di un ristorante che sta per chiudere (oltretutto con un matrimonio agli sgoccioli) viene scambiato da tre ex operai di Livorno che hanno avviato un allevamento di struzzi, per l’assessore che dovrebbe salvarli dal rischio di fallire a loro volta. Una commedia degli equivoci sociologicamente acuta e puntuale, se non anticipatrice, nel tratteggiare caratteri e situazioni segnati dalle trasformazioni del mondo del lavoro.
Antonio Attorre autore di “Schermo Piatto“ e “Chateau Lumière,
Antonio Attorre autore di “Schermo Piatto“ e “Chateau Lumière,
Ultima modifica ilVenerdì, 09 Gennaio 2015 17:23