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Il gioco della coppia

Il gioco della coppia non è una semplice trasposizione dell' originale "delirio a due" di Eugene Ionesco ma una vera e propria reinterpretazione, includendo anche un' ardita interpretazione della sceneggiatura, rinchiudendo la litigiosa coppia di amanti in una gabbia rappresentante la stanza di appartamento in cui vivono, sotto i costanti bombardamenti a causa della guerra allora in atto.Tale opera di Sergio Di Paola con Peppe Miale è però una perfetta interpretazione dei temi del teatro dell'assurdo, cogliendone le molteplici e folli sfaccettature.
I pregi migliori di questa pièce stanno però nel sottolineare la comicità avvilente degli esseri umani, mediante la figurazione di assurdi contraddittori, come la discussione sulla lumaca e la tartaruga, l'uscire o meno di casa, spostare il tavolo un centimetro in più o un centimetro in meno, come se da tale spostamento dovessero dipendere il supremo destino dell' universo in tutte le sue forme (oppure, per assurdo, potrebbe essere davvero cosi?).
Ciò che però è certa è un isteria più totale dei protagonisti - rappresentanti pedissequamente l'intero genere umano -che non può che lasciare lo spettatore in uno stato d'animo contrito tra il disgusto e lo stupore, come se stesse scoprendo egli stesso qualcosa di nuovo e inaspettato, in un vago sentore di serendipità.
Tant'è che persino questa recensione potrebbe sembrare assurda, è inaudito infatti che si possa supportare, almeno in parte, delle tesi assurde o fuori luogo, ma si può rispondere a queste insinuazioni pensando che, in fondo, l'assurdo è la più immanente delle manifestazioni della realtà. 
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