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CYRANO DE BERGERAC

CYRANO DE BERGERAC
In mezzo ad una variegata programmazione spicca un teatro giovane e fresco di interpretazione; lo spettacolo, come tutte le più geniali ed emozionanti esperienze, nasce per gioco, e permette alla compagnia di formarsi e di abbracciare insieme attori di teatro e di cinema. Ancora una volta un testo classico di fine ‘800, che da subito aveva conquistato l’adorazione del pubblico, viene riadattato e dotato di una nuova traduzione in prosa dagli originali versi alessandrini, diventando infine un’opera datata ma fortemente attualizzata, ambigua e ricca nella convivenza di prosa e teatro moderno d’avanguardia. La rappresentazione fedelissima al testo può tuttavia vantare una forte libertà interpretativa, fuori dagli schemi, e scelte sfrontate che sottolineano una sorta di ribellione. La rottura con la consuetudine di numerosissime compagnie e scenografie sfarzose ci presenta una scenografia minima ed essenziale, ottenendo un unico luogo di evocazione, omaggio al simbolismo, con lo scopo di mettere in evidenza il testo e le capacità attoriali. Quello di Cyrano è un tema primordiale, il tema dell’amore, affiancato da un interessante gioco teatrale sull’uomo brutto, di una bruttezza simbolica, su cui trionfa sempre la bellezza e la grandiosità dell’amore e delle parole sincere di Cyrano che possono persino concedergli di “mettere via” a volte il suo orrendo nasone. In un vortice di sentimenti, passione, estetica e di un’anarchia interpretativa romantica e profonda, si impongono ritmi forti ed elevati; oggi sul palcoscenico si racconta l’ideale e il sogno, e sappiamo bene che nessuno di noi può vivere senza entrambi.
Stefania Blasioli Liceo Clasico II A

Ultima modifica ilMercoledì, 10 Aprile 2013 13:27
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