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LA PURGA - 6 novembre 2012

"La Purga", opera del francese Georges Feydeau, è una commedia simpatica, irriverente. A partire già dalla scenografia (che lo stesso attore/regista durante l'incontro con gli studenti ha ammesso di aver ripreso dal film di Bunuel) con sanitari al posto di normali sedie, si evince la volontà di una critica verso la società perbenista che ci circonda. Un altro esempio? Il non volersi nascondere dietro maschere borghesi (soprattutto la moglie del protagonista) dicendo tutto ciò che si pensa, senza filtri.

Durante lo spettacolo si ride, vuoi per il continuo scambio di battute tra marito e moglie, vuoi per le situazioni imbarazzanti durante la visita del funzionario Chouilloux, e il ritmo è costante, mai lento o noioso. Con una storia del genere si potrebbe facilmente cadere nel ridicolo, ma regista e attori ballano allegramente sul limite, senza mai oltrepassarlo.

Il signor Fallavoine sta per ricevere un grosso incarico dal Ministero della Difesa: provvedere all'approvigionamento di vasi da notte per tutto l'esercito francese. Mentre è in trepidazione per l'arrivo del funzionario, accade l'imprevisto, filone di tutto lo spettacolo: il figlio, Totò, non è andato in bagno quella mattina e l'agitatissima signora Fallavoine ha intenzione di purgarlo. Poi, alla fine, nemmeno ci riesce, anzi il bambino riesce a scampare alla purga, somministrandola all'ignaro funzionario.

Il finale smorza il ritmo allegro e ascendente della rappresentazione, con il signor Fallavoine che va via di casa. Quasi una stonatura: madri che viziano, figli che ne approfittano, mariti ossessionati dal lavoro. In fondo, non è cambiato molto.

 

Ludovica Anna Mattia, Liceo Classico Vittorio Emanuele II, II C

 

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