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Madre Coraggio

Una parola sola per questo spettacolo: sublime. Il sublime di Kant, quello che attira e allo stesso tempo crea paura, disagio. All’inizio di “Madre Coraggio” sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, con quella strana scenografia che sembrava star per cadere sul pubblico, tenuta su solo da due funi, e quelle musiche che scandivano a suon di tamburo il tempo e le luci forti che quasi accecavano gli occhi. Ma poi tutto si è fatto più calmo, pacato, ed è entrata sul palco madre coraggio (Isa Danieli) e tutto lo spettacolo è andato avanti su questo tono…

Non dico una bugia affermando che sono rimasta incantata vedendo recitare Isa Danieli e sentendo le battute pronunciate dalla sua roca voce. Una voce che ha squarciato il teatro quando il primo dei suoi figli è morto e una voce che in un attimo è cambiata ed è diventata sommessa, senza sentimento, davanti a quel cadavere, per salvare i due figli ancora in vita. Molto carismatica anche la figlia muta interpretata da Xenia Bevitori, non pensavo che usando solo il linguaggio del corpo si potesse ottenere così attenzione in teatro. Nota di merito per tutto il cast molto ben assortito, cornice giusta per far da sfondo a Madre Coraggio, che dal 1939 a oggi dimostra di saper ancora catturare e affascinare il pubblico.

Alice Casalanguida IIIc liceo classico "vittorio emanuele II"

Ultima modifica ilMercoledì, 06 Maggio 2009 21:34
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