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La Commedia di Candido - 8 febbraio 2009

“NON C’E’ MIGLIOR MODO DI PENSARE CHE FARLO RIDENDO”

“La commedia di Candido” di Stefano Massini, per la regia di Sergio Fantoni, è uno spettacolo meraviglioso e originale, ispirato al “Candido” di Voltaire, un libretto satirico, del 1756, che scandalizzò Stati, Chiesa, eserciti, ancor prima della sua pubblicazione. L’ottimismo a tutti i costi, l’esaltazione del mondo come il migliore dei mondi possibili, la fiducia nel progresso e nella scienza, nascondono in chiave ironica la profonda denuncia del male, dell’irrazionalità e della violenza esistenti nella società settecentesca, e non solo. Le intuizioni di Voltaire furono perspicaci e straordinarie, tali da mettere in subbuglio intere nazioni: la denuncia dello sfruttamento coloniale, la parodia della “guerra giusta”, l’integralismo religioso. La commedia di Candido propone la storia di Augustine, folgorante e imprevedibile, che, per non perdere il lavoro di cameriera presso l’astuto Denis Diderot, accetta un’avventura rocambolesca tra lo stesso Diderot, il capriccioso Jean Jacques Rousseau e l’ambivalente Voltaire. Augustine avrà il compito di recuperare le bollenti pagine dello scandaloso, e ancora segreto, “Candido”, che tutti temono. Diderot, infatti, dispera per la propria Enciclopedia, Rosseau rabbrividisce per il suo cattivo rapporto personale con Voltaire, i sovrani d’Europa sono terrorizzati dall’essere diffamati, per non parlare della Chiesa, che si appresta a una censura immediata. Augustine, un tempo attrice sui più malfamati palcoscenici parigini del ‘700, riesce a tenere l’instabile situazione sotto controllo, con la sua irriverenza e le sue mirabili finzioni. Dapprima perspicace e umile cameriera al servizio di Diderot, poi sapiente stregona presso il selvaggio Rousseau, infine nobile e sontuosa dama ospite dell’esaltato ma raffinato Voltaire. Un gioco farsesco di teatro nel teatro, comico, irresistibile e spassoso. I gesti sono precisi, la luce si intreccia con la moderna e singolare scenografia, il pubblico è attento, intrigato e divertito. Uno spettacolo graffiante e ironico che propone la storia di un personaggio femminile semplice e quotidiano, intrecciandola con due delle più nobili discipline: la filosofia e la scienza. Ridendo del “Candido”, emergono tematiche molto attuali come la riflessione sull’ingiustizia della guerra, l’asfissiante integralismo religioso, la libertà di pensiero, la forza della femminilità. Tra tutti i favolosi interpreti, spiccano una sorprendente e straordinaria Ottavia Piccolo, che veste i panni di Augustine, e un incantevole e maestoso Vittorio Viviani, che interpreta i tre filosofi francesi.

Giada Nicoletta De Gregorio classe VE liceo scientifico Lanciano
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