Logo
Stampa questa pagina

La Locandiera - 15 gennaio 2009

"..e lor signori ancora profittino di quanto hanno veduto, in vantaggio e sicurezza del loro cuore, e quando mai si trovassero in occasioni di dubitare, di dover cedere, di dover cadere, pensino alle malizie imparate, e si ricordino della Locandiera."
Di certo è stato un successone quella de "La Locandiera", messo in scena il 15 gennaio dal "Progetto U.R.T. Genova". Una rappresentazione senza alcun dubbio fuori dagli schemi: una scenografia composta da una serie di panni stesi su un filo; gli attori vestiti con semplici jeans e magliette, quasi sempre sulla scena e soprattutto che recitavano come se lo spettacolo fosse stato una semplice prova.
Ed è ciò che il progetto U.R.T. si è prefissato come obiettivo: si bandisce la rappresentazione di qualcosa che non c'è, di qualcosa che gli attori non possono o non sanno raccontare. La parola chiave è ricerca; e in questa il ruolo fondamentale è rappresentato dal gruppo.
La storia de "La locandiera" la conoscono tutti: la giovane ed amabile Mirandolina è una donna molto accorta, attenta ai suoi interessi, abile ed energica nella conduzione del suo lavoro nonchè molto astuta in quanto usa modi dolci e garbati con i nobili non promettendo loro nulla di certo ma riuscendo in tal modo a trattenerli nella sua locanda. Ma quando nella pensione giunge un cavaliere che si dichiara ostile al gentil sesso, Mirandolina si prefissa l'obiettivo di conquistare il suo cuore di pietra, riuscendoci.
La scelta di un linguaggio accessibile e comprensibile da tutti, ha permesso al pubblico presente di apprezzare appieno l'opera goldoniana e di interagire in maniera attiva con gli attori che hanno avuto la capacità di coinvolgerlo.

Lorenza Di Paolo, Liceo Classico "Vittorio Emanuele II", classe II B
Ultima modifica ilSabato, 17 Gennaio 2009 09:30
Privacy Policy