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Don Chisci@tte

Don Chisci@tte

Questo Don Chisciotte, con la versione originale del Cervantes, ha poco a che fare. Propone al contrario, in modo pienamente riuscito, una versione attuale dell’omonimo romanzo, che ai mulini a vento sostituisce gli apparecchi tecnologici che circondano continuamente la nostra vita, evoluti e utilizzati a nostro stesso discapito.

Il nostro “don” intraprende un percorso disperato e comico, accompagnato dal figlio “Sancio”, utilizza Il Don Chisciotte come una sorta di Bibbia da cui trarre consigli sulla retta via da seguire. In un mondo dove bastano due immagini per innamorarsi, i sentimenti sono ricercati come pilastri a cui inchiodarsi. Quando più nessuno opporrà resistenza, ci vuol dire Iodice, poiché nessuno avrà abbastanza neuroni per compiere un ragionamento logico, dopo essere stati ammassati a bollire dentro una pentola come “rane zombie” per anni, un giorno ci renderemo conto che avremmo dovuto fare di più, ma sarà troppo tardi e così ci butteremo a capofitto tutti in un buco nero. Sarà veloce, e non ci sarà il tempo di rincorrere mulini. Sarà inutile aggrapparci a sentimenti futili e sagaci, come l’amore per la dolce Dulcinea, che svanisce veloce come la luce.

L’introduzione del Don dormiente ricorda la presentazione iniziale del “Sei personaggi in cerca d’autore” Pirandelliano, con gli attrezzisti ancora a montare il palco durante la messa in scena. Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi hanno saputo innovare due figure rivoluzionarie in letteratura utilizzando sarcasmo tagliente e una comicità che fa sorridere più che ridere, fa riflettere, come quella dell’antico commediografo latino Terenzio. D’altronde, per gli antichi il teatro aveva funzione paideutica (παιδεία), educativa, che avrebbe dovuto condurre ad una catarsi, una purificazione dello spirito, un ragionamento logico. Questa sera la coppia Benvenuti e Fresi ci è riuscita perfettamente, penso che la comparazione con il grande mondo latino e greco sia il più grande dono che io possa far loro.

Per quanto riguarda la scena, ogni oggetto ha una funzione ben precisa ed essenziale. Bellissima la coperta di cuscini di Sancio. Ho apprezzato i cambiamenti di luce repentini e la trasmissione dei video effetto 3D, quasi potessimo immergerci anche noi nella New Age.

Per concludere, uno spettacolo riflessivo, catartico ma anche divertente, frizzante e constantemente vigile ai particolari e i dettagli. Consigliatissimo. Ringrazio ancora chi mi ha permesso di assistervi.

 

Eleonora Marciani, Liceo Classico Vittorio Emanuele II.

 

 

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