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Fuori cartellone - LU FUCULARE

venerdì 14 dicembre ore 21
Operetta dialettale in due atti su testo di Italino Giancristofaro e musiche di Francesco Paolo Santacroce
Regia di Carmine Marino
Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro (lun/ven 16.30/19.30)

lufuculare14dic2012

L’operetta dialettale abruzzese “LU FUCULARE” più che un testo teatrale vero e proprio, è una “lezione di vita” che porta lo spettatore a capire come alcuni importanti temi (l’amore, la famiglia, la fede, la speranza, il rispetto delle tradizioni) possano essere messi sul palcoscenico per dare, a chi guarda, l’immagine di un mondo contadino della nostra terra d’Abruzzo, senz’altro passato, ma ancora oggi testimone e messaggero di valori preziosi.

E’ una storia semplice, quasi scontata, che si alterna all’interno delle mura domestiche di una modesta famiglia di contadini, peraltro orgogliosa del proprio stato (“so cafone da sette generazioni” esclamerà nonno Minche nella prima scena), e l’aia antistante la casa, luogo di incontro, di festa e di amori nascosti e ritrovati.

Tanti gli attori, i coristi e le comparse sulla scena, ma tra tutti domina un personaggio all’apparenza muto, ma che invece è il segno, il protagonista di tutta l’operetta: il focolare.

Esso, come ricorda ancora nonno Minche alla piccola nipote Rusarije, è una presenza indispensabile in ogni casa, proprio come la mamma, è un altare, un sigillo, è il luogo che conosce tutti i segreti della famiglia.

Tutto ciò si riesce a percepire e gustare durante tutto lo spettacolo, ambientato nel periodo natalizio e che trova il culmine la sera de La Squilla, la più sentita tradizione lancianese che richiama alla pace, all’amore ed all’unità familiare.

In questo misto di commozione ed ilarità, la vicenda si svolge nel ricordo di Rusarije ormai adulta che, attraverso un riuscito flash-back, compare quasi magicamente in scena per accompagnare gli spettatori a rivivere i momenti belli e tristi della sua famiglia, momenti che poi, come per incanto, si materializzano sulla scena, esaltati in modo elegante da una colonna musicale di tutto rispetto che riesce, con suoni a volte dolci e melodiosi ed a volte cupi e malinconici, a proporre, anche attraverso il canto solista e corale, i sentimenti che invadono l’animo dei protagonisti.

Assistere a quest’operetta, come spettatore, non significa restare seduti su una poltrona, ma sentirsi coinvolti da una storia che forse è la stessa di tante nostre famiglie del passato; per questo lo spettatore si sente coinvolto ed anche “scaldato” da questo accogliente “fuculare” e, anche quando il sipario sarà chiuso, riusciremo a portare con noi il “calore” di una fiamma sempre viva: quella dei valori preziosi della gente d’Abruzzo.

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