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Francesco Mattoscio

Francesco Mattoscio

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RECENSIONE SPETTACOLO “SEI GRADI” di Giobbe Covatta

A digiuno di recensioni e di informazioni sulla materia dello spettacolo, il titolo poteva avere mille significati diversi. Di fatto però lo spettacolo è incentrato sul noto problema del surriscaldamento globale, su cui da parecchi anni l’umanità dibatte. Questi sei gradi non sono nient’altro che l’aumento di temperatura che il nostro pianeta non dovrà raggiungere se ci teniamo alla nostra vita. Sì, perché con sei gradi in più sul nostro pianeta si estinguerebbero tutte le forme di vita. L’autore e protagonista dello spettacolo ha lasciato intendere molto bene questa estrema ipotesi. Ha impostato lo spettacolo in un racconto di quella che fu la Terra negli anni precedenti al 2100. Un tuffo in un’ epoca che non conosceremo noi, né tantomeno i nostri figli e nipoti se gli abitanti del mondo non cambieranno i propri stili di vita.

Il racconto avanzava gradualmente nel tempo in parallelo con il graduale aumento della temperatura, di uno, due, tre gradi, fino ad arrivare a sei con la fine dell’umanità. Ad ogni innalzamento della temperatura l’attore descriveva la situazione del pianeta e dei suoi abitanti con riferimenti scientifici, intervallati da una irresistibile comicità volta a sdrammatizzare e a rendere più piacevole quello che era in realtà un ipotetico viaggio dell’orrore. La satira faceva da protagonista accompagnata da un irriverente umorismo tutto originale, fatto anche di dialogo con il pubblico, che sembrava aver apprezzato di buon grado lo spettacolo. Riferimenti significanti sono stati fatti alle situazioni politiche che caratterizzano l’occidente e l’oriente, il settentrione e il meridione e al modo in cui esse hanno accentuato il declino del pianeta.

 

Spettacolo molto profondo e al contempo esilarante, combinato in maniera egregia da Giobbe Covatta che è riuscito a sollevare un tema di cui, per certi versi, se  ne dibatte fin troppo, catapultandolo nella gremita sala del Cinema Maestoso in maniera comica, così da renderlo più appetibile e comprensibile. Il suo modo di spiegare alcuni concetti non è stato in stile documentario, ma vivace,  proprio come lo spettacolo teatrale. Ed è forse questa la chiave che ha reso tutto così interessante: il fatto che avvenisse “in diretta”. La comicità ha condito il tutto con un senso di spensieratezza che però ha fatto arrivare i concetti-chiave senza disperderli in una vana risata. Lo spettacolo è stato insomma accattivante ed è riuscito a toccare  le menti, e perché no anche i cuori, di tutti coloro che non si sono fermati alle battute di spirito. 

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