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Chi ha paura muore ogni giorno – I miei anni con Falcone e Borsellino

La nuova iniziativa di Teatro Civile ideata dal magistrato Giuseppe Ayala giunge anche al Teatro Fenaroli di Lanciano. Protagonista è un pezzo importante di storia italiana, che purtroppo dal 982 costituisce uno dei cancri più feroci della nostra società. La mafia, quella raccontata da Ayala a teatro è un male duramente combattuto da forze contrastanti coraggiosamente rappresentate da figure come quelle di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è una testimonianza quella di Ayala viva e sincera fatta di semplicità e ammirazione, dettata sicuramente da un profondo legame di amicizia. Riscoprendo un nuovo mezzo comunicativo, quello teatrale, vengono messe in scena le testimonianze di una vita intrisa di lotte contro che infangava non solo la reputazione di un paese ma la libertà degli stessi cittadini. Lo spettacolo, nella prima parte attraverso l'ausilio di video e musica raccontava grazie alla grande maestria eloquente di Ayala, il rapporto intenso con i giudici Falcone e Borsellino. Non sono mancati aneddoti di vita privata, scherzosi commenti sugli insoliti comportamenti che spesso accompagnavano le loro vite, ma anche ricordi commossi di una collaborazione saggia e proficua. Da una parte echeggiava ammirazione, stima, orgoglio di un magistrato privilegiato da così tanto onore. Dall'altra parte una nostalgica commozione di un amico appagato. Nella seconda parte invece venivano narrati gli intrecci del famoso e lungo processo a cosa nostra del quale Ayala fu pubblico ministero. E' interessante osservare come un uomo che in prima persona ha mosso una pesante denuncia contro una fetta della popolazione sia allo stesso modo fortemente ottimista. Nell'incontro pomeridiano, infatti, ricorda ai ragazzi delle scuole come il nostro Paese abbia ancora un'ottima valenza a livello mondiale e che malgrado passati e anche presenti rovinosi abbia ancora possibilità di esprimersi. Ed è proprio con questa riflessione che si vuole stimolare il cittadino a non avere paura di esporsi in prima persona, un ammonimento che richiama naturalmente il titolo dello spettacolo stesso. In scena, accanto al magistrato un'attrice in carriera, Francesca Ceci, contribuisce allo spessore drammatico dell'aspetto teatrale, colmando i limiti attoriali del narratore. Ayala infatti, non è un attore, bensì un oratore, che con arte retorica ha saputo costruire questo spettacolo-incontro, dove l'arte recondita della Parola è riuscita ad affascinare l'intera platea lancianese.

Claudia Nicole Calabrese – Liceo Classico

 

 

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