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Madre coraggio - 26 marzo 2009

“IN UN MONDO CHE è SPIETATO SIAMO DIVENTATI LUPI”

L’opera “Madre Courage e i suoi figli: una cronaca della guerra dei Trent’anni” di Bertolt Brecht si trasforma, per la regia di Cristina Pezzoli e la rielaborazione testuale di Antonio Tarantino, in “Madre Coraggio”, uno spettacolo dinamico e calibrato tra classicità e modernità, in cui la protagonista è la commerciante Anna Fierling.

Madre coraggio, infatti, rappresenta il fulcro dell’intera vicenda, poiché racchiude in sé tutti i sentimenti, dall’orrore alla pietà, dal cinismo all’amore. Il suo carattere forte e spigoloso la rende una donna sarcastica e senza scrupoli, la cui unica ambizione è quella di arricchirsi, dato che gli affari vengono prima di tutto e “i sentimenti sono solo una merce di lusso”. La sua misera attività commerciale consiste nel viaggiare su un rozzo e vecchio carro, da un campo di battaglia ad un altro, sfruttando la miseria e la sventura degli altri, dal momento che “la guerra è l’occasione migliore per i commerci”. La guerra, però, non è altro che la “continuazione degli affari con altri mezzi”, come afferma Brecht, ma i grandi affari non appartengono alla povera gente e perciò è “impossibile pensare di poter vivere della guerra senza pagarle gli interessi”. Il carattere puramente mercantile della guerra, di cui si nutre l’ambizioso ma disilluso spirito di Madre Coraggio, risulta fallimentare, giacché i suoi tre figli verranno castigati proprio dalla guerra. Schweizerkas, onesto e ingenuo, è assassinato da un sergente corrotto e disonesto; Eilif, coraggioso e valoroso, viene convinto ad arruolarsi nell’esercito e processato, in tempo di pace, per i reati commessi in guerra; infine Kattrin, la figlia muta, che già si considera d’impiccio per i grandi affari della madre, viene sfregiata, derisa e poi fucilata da alcuni soldati. Tuttavia, sarà proprio Kattrin che alla fine della vicenda, prima di essere uccisa, riuscirà a salvare la città e a fermare la guerra. Nonostante Madre Coraggio sia raffigurata come una donna che non può fare a meno della guerra, tanto da gridare, quando sembra sia finita, “maledetta pace”, nello spettacolo emergono anche altre doti di questo personaggio così controverso. Infatti, la pietà che Anna Fierling nutre nei confronti dei figli, la consapevolezza della povertà e della sofferenza, la magnanimità verso il cappellano, la sua stessa dignità di donna sola e sofferente, ma allo stesso tempo risoluta e coraggiosa, mettono in risalto l’umanità, le pene e la miseria della povera gente in tempore belli.
Il ruolo di Madre Coraggio è affidato alla veterana Isa Danieli. Il suo protagonismo trascinante, energico e commovente nobilita il testo brechtiano, come la sua ironia e la sua passionalità rendono amabile l’ombrosa Madre Coraggio. Con lei spiccano Alarico Salaroli e Marco Zannoni, rispettivamente il cappellano e il cuoco. Al loro fianco una nutrita, appassionata e giovane compagnia di veri talenti, che donano freschezza ed eccellenza a un testo assai complesso, rendendolo accessibile e apprezzabile anche a un pubblico giovane e moderno.

Mirabile è il lavoro di Antonio Tarantino, a cui è stato affidato il compito di riscrivere il testo brechtiano, poiché il linguaggio diventa attuale, originale, fresco e piacevole. Altrettanto singolari sono le musiche trasfigurate da Pasquale Scialò, che si alternano tra marce e rap metropolitani, a ritmo di stravaganti percussioni come bottiglie di plastica e bidoni.

La scenografia è semplice e incisiva. La pedana pendente che ricopre l’intero palcoscenico, oltre a espandere l’orizzonte immaginario dello spettatore, sembra quasi riversarsi sul pubblico, come a renderlo pienamente partecipe delle discese e delle salite del carro di Madre Coraggio, che rappresenta l’alternarsi delle fasi più o meno positive della vita.

Indovinati i costumi che fanno epoca senza sembrare obsoleti.

Il pubblico è attento, emozionato, turbato e commosso nell’ammirare la bravura e la professionalità di tutti gli attori che magnificamente interpretano l’eccellente Madre Coraggio.

De Gregorio Giada Nicoletta classe VE liceo scientifico Lanciano

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