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Una pura formalità - 26 gennaio 2016

E’ notte e la pioggia scrosciante continua a cadere. Dei passi pesanti e veloci echeggiano nel bosco cadenzati  da respiri pesanti e affannosi. Così si apre la scena, un uomo che scappa, ma scappa da cosa? C’è qualcuno che lo insegue o ha lasciato qualcosa dietro di se? Entrambe, il ricordo di un omicidio lo perseguita e vuol lasciarsi alle spalle il corpo della vittima per dimenticare. Ecco da cosa scappa. La corsa dell’uomo però sarà  fermata quasi subito da alcuni poliziotti che lo poteranno in una stazione di polizia malmessa e polverosa. Qui  il “corridore” si troverà di fronte la figura di spicco di tutta l’opera: il Commissario, che con incedere possente e sicuro marca il territorio, pronto a smascherare l’uomo e a sbattergli in faccia la tremenda verità. Tramite un serrato botta e risposta tra i due, il Commissario scoprirà che dietro la figura malandata e evasiva dell’interrogato si cela niente meno che lo scrittore Onoff, del quale il Commissario pare essere grande fan. Onoff sembra aver dimenticato le 24 ore appena passate e, nonostante le esortazioni del Commissario, continua a dare risposte vaghe e sconnesse. Solo dopo il sopralluogo del commissario nella casa di campagna dello scrittore e la requisizione di alcuni oggetti, Onoff comincerà a ricordare e ad acquisire sicurezza. Alla fine tutto apparirà chiaro come l’acqua, anzi, cristallino e sarà chiaro chi è Onoff, dove si trova e cosa è davvero successo.

Questa è la trama della pièce teatrale messa in atto dalla compagnia Mauri-Sturno che vede nei panni del mirabile Commissario la figura del Maestro Glauco Mauri e in quella del fuggitivo il Maestro Roberto Sturno, entrambi volti già ben noti del palcoscenico italiano. Con l’apertura del sipario si è subito catapultati nella stanzetta del commissariato di polizia, con una scenografia davvero ben fatta, dotata addirittura di parti mobili e di una cascata d’acqua a simboleggiare la pioggia, una trovata davvero geniale che cattura all’istante l’occhio dello spettatore. Inutile soffermarsi sulla performance degli attori che non hanno fatto altro che portare altro lustro al proprio nome e al nome della compagnia.

In definitiva é stato come un viaggio attraverso la persona con un pizzico di giallo, quanto basta, ed ecco la ricetta perfetta per creare una pièce, che nonostante il già acclamato film di Tornatore, ha saputo impensierire e interessare gli spettatori, anche i più giovani.

Paride Gasbarri

3°BL Istituto Cesare de Titta

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